Golf, Rahm e McIlroy dominatori al DP World Championship di Dubai. Delusione per Guido Migliozzi (23esimo)

Il golfista spagnolo ha conquistato il terzo titolo in 4 apparizioni, dopo i successi del 2017 e 2019 mentre il nordirlandese mantiene la posizione numero 1 del ranking mondiale

Golf, Rahm e McIlroy dominatori al DP World Championship di Dubai. Delusione per Guido Migliozzi (23esimo)
di Stefano Cazzetta
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Domenica 20 Novembre 2022, 16:22

DUBAI (Emirati Arabi) - Questa è un po' la sua terza casa, considerato che è spagnolo e vive negli Stati Uniti. Per Jon Rahm, Dubai vuol dire praticamente vittoria: è il suo terzo DP World Championship in 4 apparizioni, dopo i successi del 2017 e 2019. Nessuno come lui. Sul suo conto in banca saranno accreditati i 3 milioni di dollari della prima moneta e i 400 mila di bonus che gli spettano per aver chiuso al terzo posto il DP World Tour. Rahm detiene anche  il record di vittorie nelle Rolex Series (le gare più ricche del circuito europeo): questa è la sua quinta affermazione. Non male per uno che gioca stabilmente sul Tour americano. La speranza è che confermi questo eccellente stato di forma anche nella prossima stagione, quando sarà uno dei punti forza del team Europa alla Ryder Cup di Roma.

Rahm, ha messo subito in guardia i suoi avversari che oggi non avrebbero avuto grandi speranze: partito nell'ultimo team, ha subito pigiato sull'acceleratore: birdie alle buche 1, 2 e 3, prima dell'unico bogey alla 4, al quale hanno fatto seguito altri tre birdie alla 7, alla 13 e alla 15. La sua carta riporta 67 colpi, per un totale di - 20, due davanti agli inseguitori Tyrrell Hatton e Alex Noren che si sono fermati a quota -18.

C'è stato un po' di brivido alla 18 (un par 5), quando ha sparato il drive nel bosco di sinistro, consigliandogli una palla provvisoria. Ma, trovata la prima, ha rimesso le cose a posto chiudendo con un par scaccia-paure.


Se lo spagnolo è il vincitore di tappa, Rory McIlroy è il dominatore della stagione: con il 68 di oggi e un totale di -16, il campione nordirlandese ha chiuso al 4° posto e si è assicurato la leadership del Tour Europeo dopo aver dominato anche quello americano: stagione straordinaria la sua, corroborata dalla posizione di numero 1 nella classifica mondiale. Solo lo svedese Enrik Stenson era riuscito, nel 2016, a dominare i due maggiori circuiti di golf nello stesso anno. Se vogliamo trarre dei buoni auspici, possiamo dire, anche se di tempo ne manca ancora tanto, che i primi  posti della classifica sono tutti occupati da giocatori papabili per la Ryder Cup, il più grande appuntamento del prossimo anno. Purtroppo tra questi non c'è Guido Migliozzi: il nostro unico portacolori qui a Dubai ha chiuso in 23ma posizione, con una buona dose di rammarico.

Il suo score è di 71 69 73 72 e contiene l'intero bagaglio di belle giocate e di errori evitabili. Migliozzi lo sa bene: "Devo lavorare sodo per correggere una serie di errori. Capita di sbagliare, ma se lo fai dalla parte sbagliata, allora recuperare è piú difficile. Devo migliorare nella strategia e devo lavorare sul putt, soprattutto sulla velocità, problema che mi penalizza nei colpi dalla distanza". Nei suoi programmi ci sono ancora un paio di gare fino a Natale e poi un periodo di lavoro qui Dubai (dove vive) con il suo allenatore Niccolò Bisazza.

A gennaio (dal 13 al 15) lo aspetta l'Hero Cup ad Abu Dhabi, una sfida tra Gran Bretagna e Irlanda da una parte e il resto dell'Europa continentale dall'altra. I team saranno composti da 10 giocatori, capitanati rispettivamente da Tommy Fleetwood e Francesco Molinari. L'idea di questo nuovo format è del capitano Luke Donald e servirà a testare gioco e tenuta psicologica dei giocatori in un format che richiama ovviamente quello della Ryder Cup. La convocazione di Guido non è ancora ufficiale, ma si può dare per scontata: la fiducia di Donald è fuori discussione. Adesso tocca a lui.

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