Vuelta, Fabio Aru mata Dumoulin infliggendogli un forte distacco: la corsa è sua

Vuelta, Fabio Aru mata Dumoulin infliggendogli un forte distacco: la corsa è sua
di Francesca Monzone
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Sabato 12 Settembre 2015, 17:33 - Ultimo aggiornamento: 13 Settembre, 15:57
Aru è il padrone della Vuleta nel giorno dell'impresa della vita per Ruben Plaza Molina che dopo 100 chilometri di fuga da solo ha vinto la ventesima tappa della corsa spagnola.
Esulta Fabio Aru ed esulta tutta l'Astana, per la vittoria finale in questa corsa spagnola in cui l'incertezza ha dominato fino alla fine.

Il giovane Aru indosserà domani a Madrid la maglia Roja della Vuelta dopo aver dato battaglia oggi fino alla fine.

Decisivo il suo attacco a sorpresa dove Dumoulin è stato preso alla sprovvista e non è riuscito a star dietro al corridore sardo.

E' stata la giornata delle rivincite e delle imprese straordinarie quelle che rendono questo sport veramente unico. Fabio Aru, come abbiamo detto, ha vinto l'edizione numero settanta della Vuelta con sofferenza, rabbia, determinazione e tanto cuore.

Aru ha spodestato il colosso olandese Dumoulin mentre Ruben Plaza Molina ha vinto dopo una fuga lunga 100 chilometri questa ventesima tappa.

Finale straordinario oggi sulle strade di Spagna nella tappa della verità, quella che racconta la storia del grande vincitore. Nei 175 chilometri da San Lorenzo de El Escorial a Cercedilla tutto è successo e le carte di questa corsa sono state completamente rimescolate. Fabio Aru non ha mai mollato neanche quando tutto sembrava contro di lui e Dumoulin era l'uomo impossibile da battere. A testa alta è andato avanti e con le gambe e il sentimento puro è andato a prendersi questa Vuelta dal sapore davvero speciale.
Ora il giovane cavaliere dei quattro mori è diventato veramente grande e il suo nome nel mondo del ciclismo è già storia.

Dumoulin è il grande sconfitto di questa corsa ma merita sicuramente un grande applauso per tutto il lavoro fatto era arrivato qui non da favorito, per lui doveva esserci una vittoria a cronometro, una vittoria di tappa e una buona posizione in classica generale. Mai nessuno avrebbe pensato a così tanta forza da parte di questo coraggioso olandese che ha resistito fino alla fine anche quando tutti lo davano per sfavorito. Dumoulin, purtroppo per lui, non ha solo perso la maglia ma è sfumata anche una posizione sul podio, poiché il ritardo accumulato oggi, oltre 7 minuti, lo ha fatto uscire completamente di classifica e sul podio sono rimasti Rodriguez e Majka.

Oggi, come abbiamo detto, è stata la giornata dove tutto è accaduto perché nel finale più emozionante sono risorti anche Rodriguez e Majka che in una guerra tutta personale hanno chiuso il podio. Purito, abbandonato il sogno di una vita, ovvero vincere la corsa di casa, ha dovuto difendere con unghie e denti il podio e alla fine si è preso la medaglia d'argento, mentre il polacco della della Tinkoff ha tentato il tutto per tutto per scavalcare lo spagnolo.
In classifica generale Quintana ha chiuso quarto mentre è definitivamente crollato Valverde che finisce quinto con un ritardo pesantissimo davanti a Dumoulin.

Domani ci sarà la classica passerella di rito fino a Madrid dove la vittoria di tappa andrà sicuramente ad un esperto delle ruote veloci e Fabio Aru vestirà la corona di padrone della Spagna.

«Solo dopo avere tagliato il traguardo ho cominciato a capire cosa avevo fatto». Fabio Aru è incredulo dopo l'impresa odierna, che gli ha permesso di mettere le mani sulla 70/a Vuelta di Spagna, indossando la maglia rossa di leader della classifica generale, a meno di 100 chilometri dall'epilogo di Madrid.

La dedica alla 'suà squadra non è mai stata così obbligata. «Oggi hanno vinto i miei compagni - spiega Aru - che sono stati perfetti, encomiabili.
Da Zeits a Leon Sanchez, che sono andati in fuga, a Rosa, Cataldo, Vanotti, che hanno svolto un lavoro incredibile». Per ultimo Mikel Landa, che lo ha 'spintò sulle ultime salite di questa Vuelta, scavando un solco profondo con Dumoulin, fino a farlo sprofondare. «Ci siamo abbracciati dopo l'arrivo - racconta Aru - è stato straordinario. In questo momento non voglio dimenticare nemmeno Vincenzo Nibali e Paolo Tiralongo, che sono stati costretti a tornare a casa proprio all'inizio di questa meravigliosa avventura spagnola. Il mio pensiero va anche a loro».
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