La Lazio chiama, il Napoli risponde. A Cesena la squadra di Benitez vince 4-1, il panettone è metabolizzato, come la festa per la Supercoppa. Per riprendere Juve e Roma è tardi, per il terzo posto la lotta sarà vibrante, è il tema più affascinante del campionato.Gli azzurri restano concentrati, la fase offensiva è da 8, il contenimento è migliorato dopo i 3-3 al San Paolo grotteschi contro il Palermo (a inizio stagione) e con il Cagliari e il 2-2 con l’Empoli. Gargano riprende possesso del centrocampo dopo l’emarginazione conosciuta con Mazzarri, De Guzman piace e i solisti restano di pregio. Callejon ritrova il bersaglio dopo due mesi, dopo le panchine a favore di Duvan Zapata Higuain è al livello di Tevez e Felipe Anderson.
I romagnoli sprecano le occasioni iniziali con Brienza (para Rafael) e Hugo Almeyda (punto debole): l’allenatore Di Carlo è fermo a un punto in tre partite, l’ha recuperato allo scadere a Reggio Emilia, anche con la Fiorentina si era arreso in fretta e perdendo la partita a poker.
Nell’intervallo entra Rodriguez, il Cesena si sbilancia il mancino di Brienza avvicina l’1-2. Il tris è opera di Higuain, assist per Hamsik e deviazione di Capelli al 19’, lo 0-4 è dell’argentino, servito da Mertens. Alla mezz’ora il sinistro della dignità bianconera, di Brienza.
Il successo napoletano è dedicato a Pino Daniele, Benitez ha conquistato in Campania due dei 10 trofei della carriera, il presidente De Laurentiis aspetta che firmi il prolungamento del contratto. Strano che all'estero non sia concupito.