Coni, la politica dei fondi fa paura al calcio:
ora a rischio fino a 25 milioni di contributi

Coni, la politica dei fondi fa paura al calcio: ora a rischio fino a 25 milioni di contributi
di Massimo Caputi
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Lunedì 27 Ottobre 2014, 06:11 - Ultimo aggiornamento: 19:12
Tra Europa e turni di campionato ravvicinati è un susseguirsi di gare, eppure la partita più importante del calcio italiano si giocherà domani, in Giunta Coni, non in campo. Dalle indiscrezioni e dai sussurri passeremo ai dati concreti, conosceremo infatti quegli oramai ”magici” numeretti, come li ha definiti il presidente Malagò, che tanto fanno tremare la Figc e tutto il mondo del pallone.



Il riassetto dei finanziamenti Coni è tema che sta molto a cuore alle piccole federazioni che attendono di veder messo in pratica quanto indicato dallo stesso Malagò nella sua campagna elettorale: la pari dignità(economica)di tutte le discipline.



Difficile non esser d'accordo sul sostegno allo sport e sull'equità fra tutte le federazioni, arduo però togliere 20/25 (queste sembrerebbero le cifre) milioni al calcio senza ricadute pericolose. Il suo vertice professionistico, potrà non essere d'esempio ma il calcio italiano, per fortuna, non è solo quello, anzi. La Figc ha il maggior numero di tesserati (la seconda ne ha un milione in meno) e la decurtazione dei contributi andrà a colpire tutto il mondo delle società minori e quello degli arbitri, che permettono e garantiscono i tornei giovanili e delle categorie inferiori. Il calcio ha una funzione sociale che nel nostro paese non ha eguali con nessun altra disciplina, senza poi dimenticare come i soldi del Totocalcio abbiano contributo ai successi dello sport italiano. Oltre alle cifre, sarà interessante scoprire quali siano stati i parametri per arrivarci. Nel caso sia confermata la drastica decurtazione gli scenari possono essere diversi. Uno potrebbe essere quello di una restituzione alla Figc di una cifra congrua (8/10 milioni) attraverso il famoso ”tesoretto” a disposizione di Malagò. Questo eviterebbe lo scontro ma se la cifra fosse inferiore la federazione potrebbe decidere di andare a trattare direttamente con il Governo. Primo passo verso una rottura con il Coni che non farebbe il bene di nessuno.