Controlli sui conti, lo sport fa muro. Malagò: «Così l’autonomia è violata. Gestione pessima, sono sconcertato»

Il disegno di legge sull'Agenzia per la vigilanza economica e finanziaria delle società sportive professionistiche ha già scatenato un terremoto. Prevista oggi una riunione straordinaria per analizzare i punti contorti

Il ministro ministro per lo Sport e i giovani Andrea Abodi e il presidente della FIGC Gabriele Gravina alla presentazione del volume 'Codice di giustizia sportiva FIGC' nel salone d'onore del Coni a Roma, 5 dicembre 2022. ANSA/MASSIMO PERCOSSI
di Alberto Abbate
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Lunedì 6 Maggio 2024, 07:16 - Ultimo aggiornamento: 07:36

Tutti contro la nuova “Agenzia per la vigilanza economica e finanziaria delle società sportive professionistiche”, ovvero l'ente pubblico ad hoc, concepito dal Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, insieme al Mef, per sostituire entro un anno la Covisoc, la commissione di vigilanza della Figc, che oggi si occupa di controllare i conti del calcio.

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IL TERREMOTO

Il disegno di legge in arrivo ha già scatenato un terremoto. Il numero uno federale, Gabriele Gravina, ha indetto per oggi pomeriggio alle 18 una riunione straordinaria dei presidenti delle componenti (Lega di A, B, Lega Pro, Allenatori, Giocatori e Arbitri), propedeutica al consiglio federale della prossima settimana, per analizzare i punti contorti e passare al contrattacco.

Un sistema simile era stato introdotto dieci anni fa in Spagna, dopo che il Governo e i club si erano accordati per ridurre il debito, ma nessuno riesce a intravedere la stessa commissione indipendente in questo progetto italiano. Un'ingerenza politica nel controllo economico-finanziario, attualmente in capo alla Figc, potrebbe creare problemi seri nei rapporti con Uefa (pronta a intervenire in caso di ufficialità del provvedimento) e Fifa, pure quest’aspetto sportivo andrà approfondito. Anche la Federbasket (oggi il presidente Petrucci parlerà con i club di A1, i soli coinvolti) e il Coni assicurano di aver saputo solo all’ultimo del piano del ministro per lo Sport, Andrea Abodi, che ieri ha lasciato uno spiraglio aperto: «La proposta di costituire l’Agenzia, che sta mobilitando il mondo del sport, è quella di rendere esterni i controlli fino ad ora svolti soltanto in ambito interno, attraverso un ente terzo, pubblico e dotato di piena autonomia regolamentare, e quindi decisionale. Il testo, divulgato senza autorizzazione e non dagli uffici del mio dicastero, è una bozza, il che vuol dire che prima di arrivare in Consiglio dei ministri potrà subire delle migliorie senza essere stravolto nella sostanza. Vorrei inoltre ricordare che l’inserimento del comma 10-bis nell’ambito del correttivo che abbiamo portato in Consiglio dei Ministri la scorsa estate conteneva una norma sui controlli finanziari sulle società professionistiche. Il tema è quindi oggettivamente nell’agenda da circa un anno e quindi è del tutto evidente e prevedibile che sarebbe arrivata una proposta. Venerdì scorso ho inviato il testo, come concordato, al Presidente Gravina in virtù della correttezza e della trasparenza che da sempre caratterizzano la mia persona e il mio operato. La proposta di norma a oggi non è all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri e non sarà discussa nella seduta di domani, ma probabilmente in quella successiva. La federazione, quindi, avrà il tempo necessario per poterla studiare, approfondire e per avanzare eventuali proposte del caso».

LA SERIE A SPIAZZATA

Oggi in Figc si analizzeranno le questioni giuridiche, si fisseranno i punti inammissibili e si cercherà di trovare una posizione politica univoca al riguardo. Anche i presidenti dei club sono infatti già in fermento. Abodi ha risposto così alla loro richiesta di autonomia, con un ente che prevede che la Presidenza del Consiglio (di cui fa parte il suo dicastero) nomini un’autorità, diretta da tre figure e composta in totale da una trentina di controllori, che costerebbero alle società controllate 2,5 milioni di euro. Nemmeno il senatore di Forza Italia e presidente della Lazio, Claudio Lotito, è d’accordo: «Non c'entro nulla e non condivido un disegno così concepito. Se il Governo vuole statalizzare il sistema, deve dare i soldi, non può pretendere che poi lo finanzino soggetti privati. Noi abbiamo chiesto l'indipendenza dalla Federazione, e lo abbiamo detto anche in aula, per costruire organismi terzi dentro la Lega. La terzietà si ottiene cambiando gli uomini quando qualcosa non funziona, non le istituzioni. Come si cambia un ministro, non un ministero. Venti presidenti, con diritto di voto, si autodeterminerebbero e sarebbero controllori di se stessi e degli altri, sui requisiti per l'iscrizione al campionato, invece di dover subire le decisioni della Federazione senza poter controbattere in alcun modo».

NODO GIUSTIZIA E ALTRI SPORT

Insomma, non era nemmeno questa la direzione auspicata dalla Lega di A, anche perché il ministro dello Sport Abodi conferma un punto: «Alla Figc verranno lasciate le competenze relativamente ai criteri per l'iscrizione al campionato». Gravina verrebbe comunque indebolito dall'abolizione della Covisoc, che a novembre aveva visto rieleggere i suoi membri, sostituiti da quasi tutti giuristi, in pochissimo tempo. C’è chi sussurra sia stata una mossa ad hoc per evitare potenziali interferenze tra l’operato della Covisoc e quello di giustizia Figc, Collegio di Garanzia e giustizia amministrativa (Tar e Consiglio di Stato), dal momento che tre dei cinque componenti Covisoc lavorano anche nella giustizia amministrativa con ruoli apicali e il quarto a stretto contatto con la presidente del Collegio di Garanzia dello Sport presso il Coni. A proposito del massimo organismo sportivo, chiaro anche il presidente Giovanni Malagò: «Autonomia dello sport violata al 100%: se si ritiene che vadano fatte cose diverse per migliorare giusto, ma andavano trovati tempi diversi. E in realtà potrebbe riguardare tutti gli sport. Ma è stata gestita male, noi del Coni non siamo stati informati, tempi e modi sono sbagliati. Siamo tutti sconcertati: Abodi passerà alla storia, è riuscito a mettere d'accordo per una volta Gravina e Lotito». Questo in effetti è il colpo di scena clamoroso.

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