Iodice: «L'ho fatto solo per il bene del calcio». L'inchiesta partita da una telefonata registrata

Iodice: «L'ho fatto solo per il bene del calcio». L'inchiesta partita da una telefonata registrata
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 10 Giugno 2015, 13:15 - Ultimo aggiornamento: 14:42
«Non ritengo di essere artefice di niente, l'ho fatto solo per dovere di giustizia perchè il calcio appartiene alla mia vita e l'ho fatto solo per il bene del calcio».
Così, Pino Iodice, dg dell'Ischia commenta la notizia della perquisizione disposta dalla Procura di Napoli nella sede della Federcalcio e del coinvolgimento nell'inchiesta di Claudio Lotito. Iodice il 20 febbraio scorso era stato convocato in Procura consegnando ai magistrati la registrazione di una telefonata con Lotito.

«Voglio solo dire - aggiunge Iodice - che la magistratura faccia il suo corso e, se ci saranno responsabilità che si accerteranno (avendo io soltanto portato in Procura la registrazione) a carico di persone ritenute artefici di condotte penalmente sanzionate è giusto che l'azione penale abbia il suo corso. Ho fiducia nella magistratura, chi ha commesso dei reati venga sanzionato e perseguito dalla Giustizia».

È partito da una denuncia fatta il 13 febbraio scorso dal dg dell'Ischia Pino Iodice il caso che ha portato alle perquisizioni di oggi in Figc e all'iscrizione nel registro degli indagati del presidente di Lazio e Salernitana nonchè consigliere federale Claudio Lotito.

Quel giorno Iodice diffuse l'audio di una telefonata con Lotito, registrata di nascosto, nella quale il presidente della Lazio parlava del suo programma per rimettere in sesto la Lega Pro superando la contrapposizione tra i club che erano a favore e contro Macalli; sottolineava che Beretta in Lega A e Macalli in Lega Pro contano «zero»; proponeva un «anticipo di cassa» dalla Lega di A all'ex serie C, «ma se non troviamo un accordo in Lega Pro non si farà mai»; si vantava di avere «17-18 voti» su 20 tra i club della massima serie.

Nella stessa telefonata Lotito esprimeva pesanti perplessità sulla promozione in serie A di Carpi, Frosinone, Latina. «Ho detto ad Abodi (presidente Lega di serie B, ndr): se me porti su il Carpi...se me porti squadre che non valgono un c... noi tra due o tre anni non c'abbiamo più una lira. Se c'abbiamo Frosinone, Latina, chi li compra i diritti?..». «Con la mia bravura ho portato i diritti tv a 1.2 miliardi: se ci portano Latina, Frosinone, chi li compra i diritti?».

Le parole di Lotito suscitarono forti polemiche, intervenne anche l'allora sottosegretario alla presidenza Delrio che chiese «un cambiamento nel calcio», mentre il presidente del Coni Giovanni Malagò parlò di «parole incaute» che «rischiano di gettare discredito sul mondo del calcio». Reazione irritata anche da parte del presidente della Figc Carlo Tavecchio: «Toni e contenuto della telefonata sono da censurare, così come le modalità con cui è stata realizzata».

Lotito si difese parlando di «agguato per screditarmi». «Il mio richiamo agli effetti negativi dell'accesso di squadre provinciali alla serie A è stato indicato come rischio di una possibile riduzione dei diritti tv, per la riduzione degli utenti, e non certo come desiderio di impedire ai club minori di arrivare a competere con i club maggiori. Contrabbandare queste mie valutazioni come tentativo di influire sul regolare andamento sportivo dei tornei è un vero e proprio falso calunnioso».