Anche qui, però, i precedenti valgono come semplice statistica. Sono passati quattro anni, e sebbene il ricordo sia ancora vivo, adesso si guarda solo avanti. Con concentrazione, determinazione, coraggio. Senza pensare alla medaglia di bronzo conquistata all’ultimo Mondiale o alla cocente e ancora fresca delusione dell’Europeo. Senza guardare al possibile quarto di finale contro l’Argentina, che poco prima degli azzurri scenderà in campo contro l’Ucraina. Conta solo qui (o meglio lì) e ora: in Italia saranno le 3 di notte, a Cali le 20 ma il filo che collega il Belpaese alla Colombia sarà tutto tinto d’azzurro. Inutile girarci intorno, è la partita più importante e l’Italia non vuole sbagliare.
Menichelli si affida ai gol di Fortino, alle parate di Mammarella, alla concretezza, alla quantità e qualità di Romano e Lima, alla voglia di Honorio, Ercolessi, Giasson e Cesaroni di entrare per la prima volta nel tabellino di questi Mondiali. Si affida alla “squadra”, il Ct azzurro, perché è attraverso quella che si costruiscono gol e vittorie. All’esperienza e al carattere dei suoi. Perché nulla è scontato, soprattutto quando si scende sul parquet da favoriti. Chiedete al Brasile campione del Mondo uscente, eliminato la scorsa notte ai rigori per mano dell’Iran, o alla Spagna che non ha avuto vita facile contro il Kazakistan. L’Italia ha il pronostico dalla sua, ma la vittoria va conquistata.
Per Sergio Romano sarà una notte speciale: festeggerà le 100 presenze in Azzurro e suo papà Stefano, nell’attesa, ha voluto dedicargli una lettera: "La ricchezza che ho ricevuto da mio figlio non sta solo nelle gioie seguite ai tuoi trionfi, ma nel valore ancora più grande di dover essere costretto a ripensarmi di fronte alle sofferenze dovute a insuccessi, infortuni e delusioni. Questo è quello che rappresenta per me lo straordinario traguardo che stai per ottenere. Ed è per tutto questo che ti dico grazie".
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