Juventus-Genoa 1-0, Allegri a 67 punti:
decide Tevez con un gol spettacolare

Juventus-Genoa 1-0, Allegri a 67 punti: decide Tevez con un gol spettacolare
di Luca Pasquaretta
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Domenica 22 Marzo 2015, 14:12 - Ultimo aggiornamento: 20:24
Altri 3 punti. Un altro 1-0. Il terzo consecutivo in campionato. Di lotta e di governo. Meritato, ma anche un po' sofferto. Come piace ad Allegri, soddisfatto per il successo, ma anche dal fatto che la sua Juve non subisce gol da 4 partite filate. Adesso sono 67 i punti in campionato, in attesa che scenda in campo la concorrenza. Lo scudetto sembra essere una mera formalità, questione di matematica. Ha fatto tutto Tevez, bello e (quasi) impossibile la giocata che ha deciso la gara. Un po' moscio sul rigore che si è fatto respingere da Lamanna, appena subentrato all'infortunato Perin, un peccato veniale, perché il risultato è rimasto inchiodato sull'1-0, tanto quanto bastava per mettere in cassaforte un'altra vittoria. Lo scudetto è lì, è solo questione di tempo e di matematica.



C’è la tattica, la difesa, l’organizzazione, l’equilibrio. Poi ci sono i fenomeni, quelli che fanno la differenza, quelli che gli basta un guizzo, una giocata per spaccare l’equilibrio e indirizzare la partita su certi binari. Di questa ristretta categoria, merce rara nel calcio moderno, troppo veloce, troppo esasperato, fa parte Carlito’s Tevez, il campione del popolo. “Che Dio ce lo mantenga” aveva detto Allegri alla vigilia. E’ stato accontentato. Impressionante il doppio slalom e la fucilata di rara cattiveria e precisione (poco prima della mezz’ora) che ha sbloccato una partita divertente, aperta, che il Genoa di Gasperini aveva deciso di giocarsi a viso aperto. Niente turnover per Allegri, che ha deciso di dare continuità, di non abbassare la tensione dei titolarissimi, di chiudere il discorso scudetto. Avanti tutta con il 3-5-2 con i magnifici quattro in difesa: Buffon, Barzagli, Bonucci e Chiellini. Senza gli infortunati Pirlo e Pogba ha sistemato Marchisio in regia spalleggiato dai pittbull Vidal e Pereyra. Lichtsteiner e Padoin sugli esterni. In attacco Llorente e appunto Tevez, l’uomo in più. Gasperini ha deciso di non difendersi e basta: 3-4-3 d’ordinanza anche allo Stadium, dove al Genoa non era andata così male in passato (2 pareggi e 1 sconfitta). I suoi ragazzi non hanno fatto male, ma davanti a Buffon sono stati evanescenti.



Nella ripresa Gasperini ha tolto Niang, inserendo Borriello, accolto da qualche timido applauso. Da questi parti non hanno dimenticato il gol di Cesena nel primo scudetto di Conte. Altro episodio: uncino di Roncaglia su Pereyra. Per Di Bello è rigore. Sul dischetto Tevez si lascia ipnotizzare da Lamanna, appena subentrato a Perin infortunato. Il secondo portiere del Genoa non è nuovo a queste imprese. Contro la Roma stesso copione e stesso finale con respinta su Ljajc. Doppio cambio per Allegri, fuori Llorente e Lichtsteiner, dentro Matri e Pepe. Gli ospiti ci hanno provato, ma hanno sbattuto sistematicamente sul muro bianconero, che ha respinto tutto e disinnescato ogni potenziale pericolo: 1-0 per la Juve. Tanto quanto bastava.



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