Tantissimo Klose, poca Lazio. Il tedesco guida la squadra al successo, che mancava da 3 turni, e cancella, almeno in parte, la brutta figura dei biancocelesti messi spesso sotto da un avversario modesto, in piena crisi di risultati e d'identità, che non vince da 3 mesi, risucchiato nella lotta per non retrocedere.
Il primo tempo dei biancocelesti è quanto di peggio si possa immaginare: squadra senza testa, senza cuore e senza orgoglio, salvati prima dal palo, su tiro di D'Alessandro, e quindi da Marchetti. Una Lazio che gioca a ritmi bassi, che non tira mai una volta in porta e che soffre gli aggressivi nerazzurri in ogni parte del campo. Mai vista giocare così male la squadra di Pioli. La Lazio Due, insomma, delude pesantemente l'appuntamento, giocando senza stimoli e senza la necessaria motivazione: un'occasione persa per tanti che trovano meno spazio.
Qualcosa di meglio la Lazio la offre nella ripresa quando l'allenatore chiama in campo Keita, Biglia e Parolo, per restituire alla formazione maggiore qualità e velocità, ma niente di eccezionale. La svolta arriva dal tedesco, il migliore anche nello sbiadito primo tempo, che sigla con freddezza il vantaggio, dopo un intervento falloso di Sportiello su Mauri. L'Atalanta sfiora più volte il pareggio e poi viene punita. Anderson, dopo una serie di palloni persi, lievita di rendimento, entra meglio in partita e regala a Klose, all'ultimo secondo del recupero, la comoda palla del raddoppio. Un 2-0 pesante e immeritato nei confronti dell'Atalanta, sempre più nei guai e con Reja a rischio esonero. La Lazio vince senza troppi meriti e si può dedicare adesso alla gara di ritorno di Europa League, contro lo Sparta Praga, l'unica partita che può dare un senso vero a questo scorcio finale di stagione.
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