Ma il voto del presidente della Figc per Alì può essere interpretato come uno sgarbo che Blatter potrebbe far pagare in chiave Roma 2024? «Devo ancora parlare con Tavecchio - risponde Malagò -, liberissimo di votare per chiunque. Però faccio una riflessione: il Cio ha come base politica sportiva le federazioni internazionali. In questi mesi noi abbiamo sostenuto negli sport equestri il candidato indicato dalla Principessa Haya di Giordania, zia del principe Alì, così come c'è stato il nostro appoggio a Rolland nel canottaggio che al momento opportuno appoggerà la candidatura olimpica di Parigi, non certo di Roma. Come si vede, libertà nel voto è il principio».
Poi Malagò sottolinea che «i rapporti con Blatter erano e restano ottimi, in modo particolare con Montezemolo si conoscono molto bene, così anche Franco Carraro ha con lui una lunga frequentazione. Credo sia azzardato sbilanciarsi in dietrologie».
Sul lavoro per la candidatura, compreso quello di lobbing, il presidente del Coni spiega che «sono un uomo che vede le cose in senso positivo, anche quelle più difficili. Ma sono anche uno che sa stare con i piedi per terra e convinto che la nostra chance olimpica ce la giocheremo fino in fondo».
E a questo proposito Malagò puntualizza: « come si fa a dire che i romani non vogliono i Giochi? Io sono convinto che quando sarà spiegato bene, a Roma e ai suoi cittadini e anche agli italiani, il progetto di una città olimpica a zero speculazioni col rispetto della città e di chi ci vive, Roma sarà molto sensibile e ben disposta all'Olimpiade». Secondo il numero uno dello sport italiano, «il lavoro e la disponibilità di Montezemolo, conosciuto a livello mondiale, sono fondamentali. E Bach (presidente del Cio ndr) ha apprezzato molto il nostro lavoro».
E a proposito di candidature, Malagò annuncia che si ripresenterà per la presidenza del Coni: «il lavoro è pesante, però mi piace mettermi al servizio del sociale e dello sport».
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