In pole position nell'ipotetica griglia della serie A, però, c'è la Juventus e su questo non si discute: «Sulla carta la Juve ha tantissimi punti di vantaggio su tutti, teoricamente il divario si è allargato, almeno sulla carta. Per fortuna, però, nel calcio succedono cose che vanno al di là delle previsioni». Niente, nessun commento su Higuain: «Siccome quando il Pipita era un nostro giocatore qualche dirigente della Juve ha parlato di lui e mi sono girati fortementele scatole, ora io non voglio parlare di lui.
Il più forte attaccante al mondo lo ha reso la mamma, non io». Domani, intanto, c'è già la prima partita di campionato, in trasferta all'Adriatico: «Il Pescara è una squadra bene organizzata grazie al lavoro del suo tecnico, in buona salute e piena d'entusiasmo. Sarà una sfida difficile, da non sottovalutare. Spero che le condizioni del terreno non siano quelle disastrose viste in Coppa Italia, sia per noi che per loro, mi auguro che si giochi su un campo da calcio e non da beach soccer. Nessuno pensi che cerco alibi, dico questo perchè voglio bene al calcio: se la situazione è questa poi non meravigliamoci se non riusciamo a vendere il calcio italiano all'estero».
Resta il problema della sostituzione di Higuain: «Per sostituire un giocatore che ha segnato 36 gol c'è magari una soluzione al mondo, per noi non praticabile.
Quindi la strada dev'essere diversa: in questo campionato abbiamo segnato con 17 giocatori diversi, questa può essere una strada e ci fa stare più sereni, ma non si può sottovalutare la perdita di un giocatore come il Pipita. Mertens, Callejon e Hamsik possono fare qualcosa in più, poi abbiamo due giocatori potenzialmente molto forti: Gabbiadini in carriera ha segnato e Milik all'Ajax ha fatto meglio di tanti illustri predecessori. È vero che abbiamo perso un giocatore importante ma ne abbiamo mantenuti tanti altri, e questo non è scontato. Abbiamo trattenuto una solida base, ora il nostro compito è lanciare i 22enni che stanno arrivando e che hanno grandi prospettive».
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