Roma, Baldissoni: «Spalletti? Ha avuto un impatto incredibile». Lucio: «Questa squadra è anche un po' mia»

Roma, Baldissoni: «Spalletti? Ha avuto un impatto incredibile». Lucio: «Questa squadra è anche un po' mia»
di Gianluca Lengua
2 Minuti di Lettura
Martedì 27 Dicembre 2016, 12:32 - Ultimo aggiornamento: 13:10

Il 2016 sta volgendo al termine, in questo anno sono decine le vicende che hanno reso protagonista la Roma nel bene o nel male: dal cambio d’allenatore che ha visto Garcia lasciare il posto a Spalletti, al rinnovo contrattuale di Totti. «Ho capito che sarei tornato alla Roma solo quando mi hanno chiamato», ha detto il tecnico giallorosso al sito ufficiale del club aggiungendo che il suo ritorno è stata una questione di cuore: «A me stimolava come idea, ma loro erano molto entusiasti: sono grandi romanisti, come me. Ne abbiamo parlato. Mi piaceva la squadra, mi piaceva il fatto che mi avessero ricercato e mi dispiaceva vedere la Roma non al massimo». Luciano è tornato per portare un trofeo che orma manca dal lontano 2008, per farlo avrà bisogno di calciatori all’altezza delle tre competizioni (campionato, Europa League e coppa Italia) in cui sta partecipando la Roma: «Perotti ed El Shaarawy sono due giocatori di qualità, ce lo hanno dimostrato. Questa squadra ora è anche un po’ mia, ma non dimentichiamoci che è stata costruita da Walter Sabatini». 

LA RINASCITA
Inizialmente era dubbioso sull’ingaggio di Spalletti, poi si è convinto grazie ai risultati. Il dg Mauro Baldissoni fa il consuntivo dell’anno ripercorrendo alcune delle tappe più significative: «A metà stagione non hai tutte le opzioni che vorresti avere. Quasi tutti i migliori allenatori sono già alla guida di altre squadre, quindi abbiamo valutato altre opzioni per la fine della stagione, ma questo avrebbe potuto significare rimanere con Garcia. Sostituire Garcia con qualcuno che ci avrebbe portato fino a giugno ma senza continuare in futuro, avrebbe mandato un brutto messaggio alla squadra, come se la stagione fosse già finita. A quel punto la scelta di Spalletti era quasi naturale perché era certamente la migliore opzione disponibile. Era la persona con le migliori chance di essere efficace sin dal primo giorno e anche per le stagioni future. Guardando indietro, la decisione probabilmente poteva essere presa prima, ma dovevamo prendere tempo per ponderarla e pensarci bene prima di farlo». Il cambio di atteggiamento in campo effettivamente è arrivato già dalla seconda partita col Frosinone che ha inaugurato una striscia di otto vittorie consecutive e zero sconfitte in campionato: «Ha cambiato la mentalità dei giocatori restituendogli la fiducia che stavano perdendo. L’impatto è stato fenomenale, sottolineo principalmente l’effetto sulla mentalità e sulla consapevolezza dei giocatori».

© RIPRODUZIONE RISERVATA