Russia 2018, gli italiani costretti al tifo ad personam

Russia 2018, gli italiani costretti al tifo ad personam
di Mimmo Ferretti
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Lunedì 18 Giugno 2018, 10:27
Qui nessuno rosica perché oggi gioca la Svezia. Qui siamo ancora ferocemente incazzati perché non gioca l'Italia. E, per questo, non smetteremo mai di ringraziare chi ci ha inchiodati a questa storica latitanza. Senza dimenticare che, sette mesi dopo il flop di Milano, la Figc è ancora senza presidente. Segno che la crisi non era (è) solo tecnica, ma anche/soprattutto strutturale. 
Rimpiangendo i gol italiani, ecco il primo gol italiano in Russia, autore il serbo Kolarov, colonna della Roma di EDF. Il primo centro al nono tentativo non è bilancio che induce al sorriso, ma aiuta a capire il valore attuale della nostra Serie A, con due campioni d'Italia, Dybala e Higuain, relegati in panchina nella deludente Argentina in compagnia del terzo classificato Fazio, comandante romanista. E qui il discorso torna fatalmente alla Svezia, che oggi esordirà affrontando la Corea del Sud: a conti fatti, il calcio italiano non si meritava di stare in Russia. La lezione del Meazza, novembre 2017, doveva servire a cancellare tutto e a ricominciare da capo. Duecentodiciassette giorni dopo, siamo ancora bloccati sulla linea di partenza. E incollati davanti alla tv, tifando ad personam questo o quel protagonista la domenica con la squadra del cuore. Per guardare ancora fuori, per non sentirci soli.
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