leggera, che non si vedeva un gruppo di contendenti così esiguo in F1. Ed è molto probabile che per entrambe (cenerentole del dorato circus, le cui difficoltà erano però note da tempo) la stagione 2014 sia già finita, a meno che non spuntino nuovi finanziatori, pronti ad investire decine di milioni di euro.
Per la Marussia c'è l'interessamento dei due tycoon dell'acciaio indiani Baljinder Sohi e Sonny Kaushal. La speranza è di poter essere almeno al via dell'ultima gara, il 23 novembre ad Abu Dhabi.
Zavorrata da problemi di liquidità ed alle prese con un contenzioso che oppone l'ex proprietario - l'uomo d'affari malaysiano Tony Fernandes - al consorzio con sede tra Svizzera e Medio Oriente che ha rilevato il team nel giugno scorso, la Caterham da venerdì è affidata ad un amministratore giudiziario, Finbarr ÒConnell. L'impianto inglese, a Leafield, è stato chiuso giovedì. La Marussia, scuderia anglo-russa con un budget tra i più magri della F1 (meno di 100 mln), non si è più ripresa dalla perdita di Bianchi, tutt'ora ricoverato in un ospedale giapponese e sempre gravissimo. «Gli attuali azionisti sono impossibilitati a finanziare la scuderia ai livelli richiesti» ha fatto sapere Geoff Rowley, uno degli amministratori. In questo clima domenica si corre il 36/o Gp degli Stati Uniti, tornato in calendario nel 2012 su una nuova pista, il Circuit of the Americas. Vincendo in Russia, Lewis Hamilton a portato a +17 punti il suo vantaggio sul compagno di squadra, Nico Rosberg. La lotta per il Mondale piloti è da tempo un affare di famiglia in casa Mercedes, che ha già vinto il titolo costruttori. L'inglese in Texas fu primo nel 2012, quando era al volante della McLaren. «Austin è una pista speciale per me - ha ammesso Hamilton - Spero di indossare un altro cappello da cow boy sul gradino più alto del podio».
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