INFINITO
È stato paragonato ai più grandi della storia dello sport, da Pelè a Schumacher, passando per Maradona, Bolt, Michael Jordan, Muhammad Ali, Merckx, Phelps, Valentino Rossi e Senna. «Questi campioni mi affascinano ha raccontato Federer e li ammiro per ciò che hanno fatto giorno dopo giorno, per quanto hanno vinto. È stato importante da giovane averli da esempio per trovare la mia strada». Ma in realtà il Fenomeno svizzero ha qualcosa di più. Tutti i grandi campioni citati hanno avuto una carriera normale seppur nella loro straordinarietà. Hanno raggiunto la vetta, hanno vissuto un declino più o meno veloce, chi con dignità, chi con qualche frustrazione. Federer no, è andato oltre. Sono passati 14 anni dal primo trionfo a Wimbledon e in questo lasso di tempo è diventato l'idolo di milioni di appassionati di ogni nazione ed età, giocando con il pubblico dalla propria parte in qualsiasi posto del mondo e facendo appassionare a questo sport un numero straordinario di tifosi. Lui ha fatto quello che non si era mai visto fare prima a uno sportivo. Invecchiando qualcosa muta a livello fisico e mentale e Federer ha saputo adeguarsi al cambiamento. Ha modificato il modo di allenarsi e il suo tennis riuscendo addirittura a migliorarlo e oggi, dopo quasi due decenni di professionismo, è in grado di giocare colpi che qualche anno fa neppure avrebbe provato o immaginato. Diverte perché lui è il primo a divertirsi in campo. E' questa la sua magia.
IL FUTURO
Un anno fa il ginocchio sinistro era ko e la sua epopea sembrava al capolinea. Invece ci ha creduto e ha avuto ragione. E continua ad aver ragione. Ha saltato metà 2016 ed è tornato vincendo Australian Open, Indian Wells e Miami. Poi ha saltato l'intera stagione sulla terra rossa ed è tornato trionfando ad Halle e Wimbledon. Un esempio di programmazione e professionalità eccezionali: conosci te stesso è diventato il suo mantra. «Se sto bene niente è impossibile», ha sottolineato. Non solo ha ricominciato a vincere, ma vuole continuare. I rivali, leggi Djokovic e Murray, perdono terreno alle prese uno con il gomito e l'idea di staccare la spina, l'altro con un'anca infida e il rischio operazione. C'è Nadal, ma le sue ginocchia sul cemento sono una incognita. Federer, invece, è più vispo e pimpante che mai, il più in forma dei Fab Four tutti più giovani di lui. «Di sicuro giocherò ad agosto Cincinnati e gli US Open, poi la Laver Cup a Praga, Shanghai e in Europa», ha spiegato. A New York il favorito sarà sempre e ancora lui.