Wimbledon, Federer da impazzire: liquida Berdych e va in finale contro Cilic

Wimbledon, Federer da impazzire: liquida Berdych e va in finale contro Cilic
di Angelo Mancuso
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Venerdì 14 Luglio 2017, 17:22 - Ultimo aggiornamento: 20:55
Un record dietro l'altro. Roger Federer è in finale a Wimbledon. Ora tra lui è l'ottavo storico titolo sui prati londinesi (William Renshaw e Pete Sampras si sono fermati a 7), il 19esimo in un Major, resta solo il gigante Marin Cilic. Per King Roger sarà l'11 finale ai Championships: mai nessuno nella storia del tennis ne ha giocate tante in uno stesso Slam. Compirà 36 anni il prossimo 8 agosto: il più anziano dietro Ken Rosewall, che ha raggiunto una finale sull'erba londinese nel 1974 a 39 anni. Battendo oggi Tomas Berdych in semifinale ha colto la vittoria numero 90 a Wimbledon e domenica raggiungerà Connors a quota 102 partite. Sarà la 29esima finale Slam in 70 partecipazioni. Numeri mostruosi.

Come da extraterrestre è stato sin qui il cammino del fuoriclasse di Basilea: solo nel 2006 e nel 2008 non aveva lasciato per strada neppure un set. Anche contro Berdych ha dominato in lungo e largo: 7-6 (4) 7-6 (4) 6-4 in due ore e 18 minuti. Non c'è stato solo un momento della sfida in cui il ceco, 11esima testa di serie e finalista a Wimbledon nel 2010 quando si arrese a Nadal, ha dato l'impressione di poter ribaltare l'inerzia di un match segnato. Federer è stato più lucido e preciso nei due tie break, ovvero quando serviva e i punti pesavano davvero. Poi nel terzo, sotto 3-2, era 15-40 al turno di battuta: tre ace e un servizio vincente e Berdych è stato rispedito a debita distanza. Poi nel game seguente il break per lo svizzero, che ha di fatto chiuso la contesa.

Cilic, da parte sua, ha approfittato dell'occasione che gli si è presentata. Negli ultimi tre anni si era sempre fermato nei quarti andando a sbattere su uno dei Fab Four: due volte Djokovic, nel 2016 proprio Federer contro il quale aveva fallito tre match point cedendo solo al quinto set. Sarà un rivale credibile in vista della finale. Ha battuto un altro gigante del circuito, Sam Querrey, 24esima testa di serie: 6-7 (6) 6-4 7-6 (3) 7-5 in due ore e 56 minuti. Avrebbe potuto chiudere anche in tre set se non si fosse distratto sul 6-6 del tie break del primo parziale (complice una interruzione per il malore di una spettatrice sul Centre Court) spedendo ampiamente fuori due comodi rovescio. I numeri erano tutti dalla sua parte: aveva già superato lo statunitense due volte sull'erba londinese, ma sempre al quinto set. Nel 2012 finì 17-15, secondo match più lungo della storia del torneo. Cilic, settima testa di serie, punta a emulare il connazionale Goran Ivanisevic, che nel 2001 trionfò a Wimbledon a suon di ace. Il 28enne croato nato a Medjugorje, in Bosnia Herzegovina, non è da meno: sin qui ne ha collezionati 130, una media di 21,6 a incontro. Proprio Ivanisevic era il coach di Cilic quando Marin sorprese tutti conquistando gli US Open nel 2014: ora al suo fianco c'è lo svedese Jonas Bjorkman. Quell'anno a New York batté in semifinale Federer: l'unico successo in sette sfide.
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