Vela, l'America's Cup torna ai monoscafi: annunciate le regole per il 2021

Vela, l'America's Cup torna ai monoscafi: annunciate le regole per il 2021
di Francesca Lodigiani
2 Minuti di Lettura
Giovedì 29 Marzo 2018, 15:11 - Ultimo aggiornamento: 20:33
Per la Coppa America è ritorno al Futuro. Oggi, con tre giorni d’anticipo sulla scadenza prevista , il Royal New Zealand Yacht Squadron e il Circolo della Vela Sicilia, insieme ai loro rispettivi Team Emirates Team New Zealand, il Defender e Luna Rossa,i l Challenger of Record, hanno pubblicato le regole di costruzione e stazza dell’AC 75, il monoscafo di circa 23 metri  con il quale si correrà a Auckland nel marzo 2021 la 36° America’s Cup. Le indiscrezioni puntavano già in direzione dell’avveniristico e dello sviluppo ad alto tasso tecnologico. Le regole presentate le confermano il pieno. Sì è vero che si ritorna al monoscafo, ma si tratta di un monoscafo volante che si avvale di due grandi foil laterali che permettono al mezzo di alzarsi sull’acqua e raggiungere grandi velocità.

Addetti ai lavori, progettisti e tecnici sono al lavoro per comprendere tutti gli aspetti di queste norme. Si perché  da un lavoro comune portato avanti dai responsabili dei design team di New Zealand e Luna Rossa, Dan Bernasconi e Martin Fisher,  ora si prende il volo e in ciascun team, individualmente, la corsa sarà all’ approfondimento, alla ricerca del diverso, del particolare, che possa permettere di realizzare uno scafo dalla performance vincente, che possa “spremere” quei nodi in più volando sull’acqua, necessari per imporsi sugli avversari. Insomma,  l’idea out of the box, quella che nella storia della Coppa è stata la chiglia ( la pinna) con le alette  di Australia II nel 1983, o più di recente il winch azionato da grinder 
Da notare che in nome di un contenimento dei budget  (da dimostrare) i nuovi AC 75 avranno parti costruttive di stretta monotipia, parti fornite dagli organizzatori e parti lasciate all’inventiva dei design team del Defender e degli Sfidanti. Ci sono anche limitazione al numero di “parti” che possono essere costruite, con l’obiettivo di stimolare l’R&D, come dire la ricerca e lo sviluppo,  realizzati in via virtuale, piuttosto che mediante costruzione reale. Insomma, i tanti modelli alle vasche navali dell’epoca Flintstones, in Olanda o a Roma, lasciano il passo a migliaia di ore davanti a uno schermo di computer. Il varo dei primi scafi? La previsione è per il primo trimestre del 2019, con l’inizio delle costruzioni a partire dal prossimo agosto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA