Ucraina, la Francia si prepara alla guerra: così le truppe si addestrano nella caserma (moderna) già da diversi mesi

Il viaggio tra i soldati pronti per partire: siamo a "Brive-la Gaillarde". Un bisonte come simbolo, "fiero e valoroso" il motto

Ucraina, la Francia si prepara alla guerra: così le truppe si addestrano nella caserma (moderna) già da diversi mesi
di Raffaella Troili
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Giovedì 21 Marzo 2024, 11:07 - Ultimo aggiornamento: 19:17

Con un reggimento fantasma, considerato tra i migliori del Paese, isolato in un luogo incantato, eppure curato e attrezzato come pochi, la Francia sulla scia delle ripetute dichiarazioni del suo presidente Emmanuell Macron si prepara alla guerra. Con addestramento rafforzato, installazione di trincee, verifica della carenza di alcuni materiali come riporta un reportage di Le Monde realizzato da un'inviata nella caserma francese. Avviene a Brive-la Gaillarde, dove “già da diversi mesi, i soldati della caserma Laporte, si preparano all'eventualità di un intervento in Ucraina".

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I recenti annunci di Macron non hanno sconvolto la vita quotidiana di questi uomini, ma secondo il quotidiano nella loro mente la prospettiva di un fronte a est si è notevolmente avvicinata. La guerra profuma di novità, nel 126° Reggimento di Fanteria  (RI) di Brive-la-Gaillarde.

Niente facciate squallide, niente finestre con vecchi architravi in ​​mattoni attorno alla piazza d'armi della caserma Laporte, dove siede un imponente bisonte bianco, emblema del reparto. Gli edifici del quartiere aziendale sembrano edifici appena costruiti, gli uffici del comandante di corpo potrebbero essere quelli di una città amministrativa, anche gli hangar, dove sono custoditi una quarantina di mezzi blindati nuovissimi, sembrano tali”, potrebbero esser scambiati per Amazon.

In questa caserma "incantata" della Corrèze gli sconvolgimenti del mondo appaiono quasi silenziosi". Eppure proprio qui fervono gli addestramenti. A ruggire sono i motori dei Grifoni, nuovi mezzi trasporto truppe di cui il reggimento è stato uno dei primi ad essere equipaggiato, dal 2021, per sostituire la sua vecchia flotta di VAB (veicoli corazzati frontali), rumorosi e progettati negli anni '70. Se i proiettili fischiano, è sotto le cuffie con cancellazione del rumore.

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Il simbolo di combattimento del reggimento è il bisonte e il motto dell'unità è "Fier et vaillant" ("Fiero e valoroso"). Anche qui tra i soldati si parla del dibattito sull'invio di soldati in Ucraina: “dopo un vigoroso addestramento, durante una breve pausa sigaretta, sotto un tendone bombardato dalla grandine. Nessuno vuole rischiare, a prima vista, di commentare le dichiarazioni del presidente della Repubblica, già il 26 febbraio Emmanuel Macron ha creato disappunto tra diversi alleati annunciando brutalmente che «l’invio di truppe in Ucraina non dovrebbe essere “escluso”». Qui, nella 126a RI, il conflitto ucraino è nella migliore delle ipotesi «un ambiente un po’ distante», «uno sfondo», insomma ancora uno scenario lontano, ammettono alcuni. «Il soldato resta sempre pragmatico, si proietta soltanto da un obiettivo all'altro», la prospettiva del responsabile delle comunicazioni, anche se, un tarlo si insinua. “Come un elefante in mezzo alla stanza, questa guerra è spesso lì, nella testa delle persone e nelle discussioni in sala”, rivela Le Monde.

È indubbiamente interessante notare - riporta un altro approfondimento di Le Monde - che il 126° reggimento di fanteria dell'esercito francese fu formato per la prima volta come unità tattica indipendente nel 1810 e nel 1812 partecipò all'invasione della Russia come parte dell'esercito napoleonico. Nel 1813, i pochi soldati del reggimento sopravvissuti agli scontri con l'esercito russo furono inclusi nel 123° reggimento di fanteria. Da allora, il 126° reggimento è stato sciolto e ricreato più volte. Fa parte della 9a Brigata di fanteria della 1a Divisione "troupes de marine" - unità dell'esercito francese destinate a partecipare ad operazioni di combattimento fuori Europa o per un rapido trasferimento in teatri di operazioni militari situati a notevole distanza dalla Francia. Insomma Il 126° RI  (1.200 soldati e 200 riservisti) sembra sopravvissuto, minacciato due volte di chiusura quando ancora si credeva nella  fine della Guerra fredda e nel  dividendo della pace, è stato salvato dalla magia delle sue radici di Corrèze e dalle grazie del presidente Jacques Chirac (1995-2007). E mentre molte caserme soffrono di infrastrutture fatiscenti, i “Bisonti” hanno beneficiato di investimenti di recupero inaspettati. Il loro isolamento geografico, in mezzo al “deserto militare”, paradossalmente li ha aiutati. E ora che l'esercito sta cercando di rafforzarsi, è uno dei reggimenti più fortunati della Francia.

I primi di marzo, già cento soldati del reggimento di fanteria di Brive -la-Gaillarde, sono partiti per la Romania, dove 500 soldati francesi sono schierati dopo l'invasione russa dell'Ucraina. 

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