«Anche quando aveva fornito dati meno favorevoli, nei mesi scorsi, l’Istat aveva comunque specificato che il Paese era fuori dalla recessione. C’è una situazione dinamica e quindi questo risultato non deve essere visto in contraddizione con i precedenti. Ci sono oscillazioni certo, tanto è vero che come governo a settembre abbiamo corretto in senso più prudente le nostre stime. Ma la tendenza di lungo periodo è sicuramente positiva, pur se con alti e bassi»
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Restiamo comunque al di sotto della media europea.
«Su base trimestrale stavolta siamo un po’ avanti rispetto a Francia e Germania, anche se cresciamo meno di altri come Stati Uniti e Gran Bretagna. Ma il risultato comunque è per noi un incentivo a fare di più. Vanno bene la produzione industriale e i consumi interni, e proprio su questi elementi vogliamo andare a incidere con la legge di bilancio, in particolare con due provvedimenti: il super ammortamento per le imprese ulteriormente potenziato al 250 per cento per gli investimenti innovativi e l’intensificazione del bonus energetico, in particolare per condomini e alberghi. Le detrazioni fiscali sono uno strumento che permette di ridisegnare il volto di molte città e di attrarre investimenti privati».
Una parte di queste agevolazioni sono finalizzate alla sicurezza sismica. Anche queste misure possono contribuire a spingere un po’ di più l’economia?
«Sì, gli investimenti in sicurezza sismica e per la prevenzione del dissesto idrogeologico possono diventare un’opportunità: vanno considerati in questo senso anche i maggiori spazi di bilancio concessi ai Comuni per questa particolare finalità».
Però nel Paese la percezione è probabilmente diversa da quel che emerge nelle statistiche. Come mai?
«È vero, ma proprio questo è il motivo per cui dobbiamo impegnarci a consolidare i risultati. La crescita deve essere percepita di più in modo da modificare i comportamenti ancora prudenti di famiglie e imprese. In questa direzione potranno essere utili anche i capitoli sociali della legge di bilancio e lo stesso che meccanismo pensionistico dell’Ape, se consentendo alle persone di andare in pensione un po’ prima riuscirà a contribuire ad un ricambio generazionale almeno parziale nelle aziende. I dati sull’occupazione sono già positivi, possono migliorare ancora».
A tutte queste considerazioni economiche si mescola inevitabilmente la scadenza politica del referendum...
«In questo contesto che è di dinamismo un risultato positivo nel referendum può diventare un ulteriore elemento di ripresa. Se ci sarà una vera e auspicabile stabilità politica questa potrà fare da acceleratore anche all’economia».
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