Gomorra, la reunion: quando e dove vederla in tv. Salvatore Esposito: «Al mio personaggio devo tutto»

Nel maggio 2014 il primo episodio della serie che ridefinì un genere. E Sky festeggia con una reunion

Gomorra, la reunion: quando e dove vederla in tv. Salvatore Esposito: «Al mio personaggio devo tutto»
di Gloria Satta
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Martedì 7 Maggio 2024, 00:35

Dieci anni, 5 stagioni, 58 episodi che hanno conquistato il mondo, battuto molti record, scatenato le polemiche e impresso una svolta alla narrazione criminale per immagini: Gomorra, la serie-cult ispirata al romanzo omonimo di Roberto Saviano (Mondadori) irrompeva su Sky il 6 maggio 2014 e la pay tv celebra ora l’anniversario con un uno speciale. Andrà in onda su Sky Atlantic il 25 maggio e vedrà la storica reunion dei protagonisti: Marco D’Amore (che ha interpretato Ciro Di Marzio “l’Immortale”), Salvatore Esposito (Genny Savastano), Fortunato Cerlino (Don Pietro, padre di Genny), Maria Pia Calzone (Donna Imma), Ivana Lotito (Azzurra) e Cristina Donadio (Scianel) più altri a sorpresa. Dallo stesso giorno al 2 giugno Sky Atlantic +1 diventerà Sky Atlantic Gomorra, un canale interamente dedicato all’epopea nera prodotta da Sky e Cattleya (parte di ITV Studios) che stanno preparando il prequel della serie, incentrato sull’ascesa criminale di Don Pietro Savastano.

LE ORIGINI

«Io non ci sarò, perché questa nuova avventura andrà molto indietro nel tempo», rivela Salvatore Esposito, 38 anni, esponente di quel nuovo star system creato proprio da Gomorra, «ma devo al personaggio di Genny tutto quello che ho avuto e sono diventato». Cioé un attore amato dal pubblico e oggi richiesto anche all’estero: ha interpretato le serie Taxxi di Luc Besson, Fargo in America, La tana dei lupi al fianco di Gerard Butler, i 4 episodi di Piedone, ispirati ai successi di Bud Spencer e attesi in mezzo mondo. Salvatore ha anche scritto dei libri (prepara il terzo). E pensare che 10 anni fa serviva ai tavoli di un fast food di Mugnano, periferia di Napoli, dov’è nato e cresciuto. «Ero un ragazzotto che aveva appena concluso la scuola di recitazione e interpretava qualche corto», racconta, «al massimo facevo la “spalla” durante i provini.

Non mi sarei mai aspettato di finire tra i protagonisti di un fenomeno globale come Gomorra».

Interpretare il boss “figlio d’arte” gli ha insegnato «a non giudicare fermandomi alla superficie delle cose. Perché Genny è diventato un criminale, che peso ha avuto la sua famiglia nella scelta criminale? Me lo sono chiesto per rendere più credibile e sfaccettato il mio personaggio». E le accuse, scagliate contro Gomorra, di “promuovere” la delinquenza rendendo eroi i protagonisti e rischiando di stimolare l’emulazione dei giovani? «Non mi hanno mai ferito», risponde Esposito, «perché nascevano dal desiderio di sfruttare il successo di Gomorra per ottenere visibilità. La serie non ha inventato nulla ma si è limitata a fotografare la realtà che, con tutte le sue magagne e i suoi orrori, esiste nel mondo intero. Non solo a Napoli e non solo in periferia, ma anche nei quartieri alti. I problemi nascono quando le istituzioni non risolvono i problemi sociali».

IL CINEMA

Il successo tv non ha impedito a Salvatore di lavorare per il grande schermo alternando commedie come Lo chiamavano Jeeg Robot, Puoi baciare lo sposo, La cena perfetta a film drammatici (Spaccapietre) e fantasy (Rosanero). «Vorrei fare più cinema», confessa, «ma in Italia chiamano sempre gli stessi 4 o 5 attori. Se poi il box office va male, qualche domanda bisognerebbe farsela... a dire la verità non ho visto molti film recenti in cui avrei voluto recitare: mancava il respiro internazionale mentre Gomorra ha dimostrato che la realtà locale può diventare universale». Sei mesi fa aveva postato sui social la proposta di matrimonio fatta alla compagna Paola Rossi su una pista di ghiaccio a New York: si sposerà? «Lei ha accettato. La data? Ci stiamo lavorando». 

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