Duplantis sempre più su, sale con l’asta fino a 6,24 metri: è l’ottavo record in 4 anni

L'azzurro Chituru Ali sfiora l'exploit sui 100: corre in 10''01 ma con il vento a favore appena superiore alla norma

epa11197425 Armand Duplantis of Sweden competes in the Men's Pole Vault final at the World Athletics Indoor Championships in Glasgow, Britain, 03 March 2024. EPA/ADAM VAUGHAN
di Piero Mei
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Domenica 21 Aprile 2024, 07:00

Lo ha fatto un’altra volta l’uomo che sussurra alle aquile, lo svedese d’America, Armand Duplantis chiamato Mondo, classe 1999, nato e cresciuto a Lafayette, in Louisiana, dove ha imparato il salto con l’asta nel cortile dietro casa da papà Greg, che fu un tipo da grandi salti (5.80) con l’aiuto di mamma Helena, abituata ai balzi della pallavolo e svedese di nascita, da cui la cittadinanza europea di Mondo, quella che gli permetterà di volare anche nel cielo di Roma ai prossimi Europei di giugno e di guardare negli occhi il Cupolone.

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IL NUOVO RECORD

Quello che ha fatto un’altra volta, nella città cinese di Xiamen, al primo meeting internazionale dell’anno olimpico, è il record del mondo.

E’ stata l’ottava volta in quattro anni e adesso il volo umano più alto di sempre è di 6,24 metri: gli sono bastati quattro salti, come per un ballo, per arrampicarsi sulle nuvole che c’erano ed avevano dato prova tangibile della loro presenza. Perché la pedana era pure scivolosa e umida, il che non aiuta.

Duplantis è entrato in gara precocemente per le sue abitudini: di solito lo fa quando la concorrenza è già scremata. Ma a Xiamen forse ha voluto provare subito l’aderenza, lo stacco, il Grande Balzo (beh, in Cina non è il primo…). Così ha saltato 5,62, poi 5,82, poi 6,00 sempre al primo tentativo. Lì, già vincitore, ha ceduto alla tentazione mondiale dei 6,24, un centimetro in più del record in suo possesso e migliaia di dollari in più nel conto in banca. Duplantis è infatti un fedele della “dottrina Bubka”, un centimetro per volta, perché è inutile sprecare centimetri e premi in denaro.

Conquistò il tetto del mondo sotto il tetto del palazzetto di Torun, in Polonia, la città di Copernico (emblematico: il Mondo gira) con il 6,17 dell’8 febbraio 2020; a cielo aperto, due anni e mezzo dopo, salì a 6,21 (i centimetri in mezzo, sempre indoor, erano tutti suoi). Ma il decollo di Mondo era avvenuto, per la verità, molto prima: a 7 anni saltava già 2,33 metri. Cresceva fino ai suoi personali 181 centimetri e ad ogni scadenza d’età fissava un record. 3,86 a 10 anni, 3,97 a 12. I mondiali d’ogni classe d’età sono suoi, e allora non badava a centimetri, perché lassù non c’era la pignatta dell’albero della cuccagna piena di monete. Alzava l’asticella per gioco e papà Greg giocava con lui. Ora sia lui che il padre coach sono diventati implacabili professionisti: del record e dell’anticchia. A occhio il salto di Xiamen che non metteva neppure la tremarella all’asticella, valeva 6,30 metri, altri sei primati e sei assegni.

EXPLOIT VICINO

E con Mondo stanno scaldando i muscoli i grandi campioni: ed ecco comparire un italiano, nel meeting di Nairobi: è il 25enne comasco Chituru Ali, un gigante di due metri, che si piazza quarto nei 100 metri sotto la pioggia con un magnifico crono di 10.01, un tempo da Mennea. Peccato che il vento soffiasse leggermente al di sopra del consentito: 2,2 metri al secondo a favore mentre il limite del consentito è di 2 metri netti. Comunque rimane un tempo che con l’aggiunta fra parentesi dell’aggettivo “ventoso” è uno dei migliori di sempre in azzurro, dopo il 9.80 di Jacobs, il 9.99 di Tortu (primo italiano sotto i 10 secondi) e con il 10.01 di Mennea senza vento (Pietro fece anche un 9.99 a Bari, ma lì il vento soffiava impetuoso: 7,2 metri).

A Xiamen poco prima, senza vento, Coleman aveva sconfitto lo “spaccone” Kerley che vuole fare 100, 200 e 400 a Parigi, esagerato: per i due americani rispettivamente 10.13 e 10.17.

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