Mennea, 44 anni fa il record sui 200 metri di Città del Messico

I 19.72 con cui corse nel 1979 sono ancora record europeo

Mennea, 48 anni fa il record sui 200 metri di Città del Messico
di Piero Mei
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Martedì 12 Settembre 2023, 08:00 - Ultimo aggiornamento: 18:53

Quarantaquattro anni fa, il 12 settembre 1979, Pietro Mennea corse i 200 metri in 19.72: era record del mondo, è ancora record europeo. L’inglese dell’isola di Anguilla, che è nei Caraibi, l’arcipelago dello sprint, Zharnel Hughes lo ha solo graffiato: 19.73 e se ne riparlerà l’anno prossimo, forse…

Mennea lo fece a Città del Messico: alzò al cielo il suo famoso dito, lì, qualche anno prima (16 ottobre 1968), l’americano nero Tommie Jet Smith aveva fatto il precedente, 19.83, quel cielo lo aveva preso a pugni, insieme al compagno John Carlos, un pugno guantato per ciascuno giacché ne avevano portato soltanto un paio. Erano anche scalzi a simbolo della povertà.

Era il Sessantotto, la contestazione globale, le Pantere Nere e tutto il resto. Dissero di essere stanchi di essere «americani quando vinciamo e ‘negri’ nei giorni e nelle cose normali». Anche i bagni pubblici erano da bianchi o da neri.

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Pietro Mennea disse «ora sono primatista del mondo anche io». Lo era, al momento, Sara Simeoni. Mennea lo disse due volte, giacché Gianni Minà, emozionato intervistandolo, pure avendo avuto a che fare perfino con Fidel Castro, aveva dimenticato di spingere il pulsante on del registratore. «Non importa, lo rifacciamo», fece Pietro che sembrava scontroso ma era d’animo gentile. Sembrava fin troppo preso dall’essere Mennea, ma sapeva essere ironico. Lo chiamavano “la freccia del sud”, come un famoso treno veloce d’epoca e lui quel sud sentiva di riscattarlo con la sua velocità. Una volta, a una Coppa del Mondo, fece comunque notare che dei tre azzurri presenti era il più settentrionale: lui era di Barletta, ma Ileana Ongar di Alessandria d’Egitto e Marcello Fiasconaro di Città del Capo, Sudafrica.

L’oro di Mosca ’80 resterà per sempre. Il record che Mennea stabilì sui 100 metri piani, sempre al Messico, il 10.01, è durato come record italiano 39 anni: poi Filippo Tortu, a Madrid, nel 2018, corse in 9.99, primo azzurro “sub 10”. Vorrebbe diventare il secondo “sub 20” nei 200. Il primato più breve Marcell Jacobs, con quattro miglioramenti, lo ha portato a 9.80, coprendolo d’oro.

Per togliergli quel mondiale di 44 anni fa l’americano Michael Johnson, che correva dritto come un fuso e pareva un soldatino di piombo, dovette indossare scarpe speciali, usa e getta: poteva calzarle una volta sola e poi prendevano fuoco. Quando corse in 19.66 erano passati 17 anni. Cantò Daniele Silvestri a una innamorata: «Quando chiami, io corro da te, che nemmeno Mennea».

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