Italia, Donnarumma: «Da Gigi ho imparato tutto». Buffon: «Ero saturo del calcio, felice di essermi ritirato»

Passato e presente della porta azzurra si sono raccontati ai canali ufficiali della Nazionale

talia, Donnarumma: «Da Gigi ho imparato tutto». Buffon: «Ero saturo del calcio, felice di essermi ritirato»
5 Minuti di Lettura
Mercoledì 6 Settembre 2023, 12:20 - Ultimo aggiornamento: 13:36

Il nuovo inizio della Nazionale italiana passa anche per la porta. Gianluigi Donnarumma sarà il titolare di Spalletti, ma dietro di lui scalpitano Meret, Vicario e Provedel. Il numero uno del Psg dovrà mantenersi al top della forma e della concentrazione per continuare a difendere la porta azzurra e potrà contare sui consigli di uno che quei pali li conosce bene: Gianluigi Buffon, nuovo capo delegazione dell'Italida. I due si sono raccontati in un'intervista congiusta ai canali social della Nazionale. 

Donnarumma: «Ho imparato tutto da Gigi, ma voglio battere il suo record»

Ad aprire l'intervista è proprio l'ex Milan, che ha ripercorso la propria carriera ricordando il suo esordio in rossonero: «Come faccio a dimenticarlo, è difficile da dimenticare... Sapevo che avrei giocato un tempo, ero emozionato. L'esordio col club è un conto, quello con l'Italia è totalmente differente. Ero contentissimo la sera prima, ho un tatuaggio che lo ricorda... Non posso dimenticarlo».

Come hai ritrovato Buffon?
«Uguale. È sempre la stessa persona, è qui con grande entusiasmo, aiuta tutti. Già solo la sua presenza ti dà una forza differente».

Pensi di battere il suo record di presenze?
«Vediamo, è un obiettivo che uno si pone».

Chi è stato il tuo incubo in porta?
«Chi mi ha fatto più effetto è stato Cristiano Ronaldo, la sua presenza e il campione che è...

Timori però no, non ne ho mai avuti».

Chi ti segna spesso più spesso nelle partitelle a Coverciano?
«Uno con cui ci prendiamo spesso in giro perché mi fa gol, poi io paro... è Ciro Immobile. È un grande bomber».

Buffon, nuovo capo delegazione azzurro: «Darò il mio contributo, ma non sono Vialli. La mancata qualificazione ai Mondiali? Abbiamo pagato la vittoria dell'Europeo»

Cosa hai imparato guardando Buffon?
«Tutto. Dalla tecnica allo stare in porta, passando per la tranquillità che aveva. Una cosa importante per un portiere è il non farsi sovraccaricare dalle emozioni e da lui ho imparato tutto, su questo è stato il numero uno. Anche quando ero nel settore giovanile del Milan e facevo il raccattapalle mi mettevo sempre dietro la sua porta quando era in campo, da lui c'è stato solo da imparare».

Come vanno gli allenamenti col nuovo ct?
«Bene. Non conoscevo il mister ma sappiamo tutti cosa ha fatto in questi anni. L'ho conosciuto qui e sicuramente faremo un grande percorso. Siamo contenti e ottimisti, sicuramente faremo grandi cose, ora abbiamo due gare importanti e non possiamo sbagliare, a Skopje vogliamo vincere così come vogliamo vincere a Milano contro l'Ucraina».

Qual è il sentimento che prevale pensando alla Macedonia del Nord?
«Rivalsa no, dobbiamo guardare prima a noi stessi. Ma sarà una gara importante, sappiamo tutti che non siamo andati al Mondiale dopo aver perso contro di loro. Siamo arrabbiati, c'è voglia di fare bene e vincere questa partita. Non sarà facile, è una gara difficile e anche nel precedente lì quando c'eravamo sia io che Gigi fu difficile (vinse l'Italia 3-2, ndr). C'è da prepararla bene e da stare attenti, ma con la convinzione di poterla vincere».

Buffon: «Felice di essermi ritirato, mi sento parte del progetto azzurro»

 

Poi è stato il turno di Gigi Buffon, che ha cominciato parlando del suo nuovo ruolo: «Da capo delegazione è tutto molto più bello e tranquillo, ma ugualmente sai che hai delle piccole responsabilità e ogni tanto la parolina va detta. Il piccolo consiglio, ma non solo ai giocatori: può essere importante dare una visione un po' differente dovuta al vissuto. La cosa che mi piace di più è essere tornato in un ambiente che conosco da 30 anni e aver ritrovato persone che avevo lasciato qui cinque anni fa».

Com'è stata la prima volta in Nazionale?
«Completamente inaspettata e sotto certi aspetti questo fu un qualcosa di positivo, di migliore. Così butti in campo l'istinto, sotto certi aspetti è positivo».

Chi è stato il tuo incubo in porta?
«I primi anni sicuramente Bobo Vieri, come toccava palla mi faceva gol. Poi anche Roberto Mancini è stato uno di quelli che mi ha fatto parecchi gol. Ma incubi non ne hai, l'unica cosa che sai quando cominci a fare il portiere è che subirai gol».

Che emozione proverai alla tua prima da capo delegazione?
«Mi sento parte del progetto e non puoi che sentire una emozione. Poi chiaramente è diverso rispetto a quando sei nell'arena, quando sei un gladiatore, rispetto a quando sei spettatore. Ma uno percepisce i sentimenti in maniera direttamente proporzionale rispetto a quanto è coinvolto e io mi sento molto coinvolto».

Magari con la voglia di scendere ancora in campo...
"No, in verità no. Ero saturo del calcio, in questi giorni vedendo loro allenarsi non ho mai avuto mezza voglia... Sono felicissimo della mia scelta e so che non è così per tutti, sono ultra felice di questa scelta».

Come vivi l'eredità di Vialli?
«La vivo in maniera normale. Io non sono venuto qui cercando di colmare il vuoto lasciato da Gianluca, non potrei mai riuscire a farlo per come lui ha vissuto questo percorso. Anche a livello di sensibilità, voglia di esternare certi sentimenti, io non potrei farlo perché anche come vita sto facendo un altro percorso. Però sono qui con la voglia di dare tutto me stesso: spero basti e possa aiutare qualcuno. Scimmiottare qualcun altro aumenterebbe solo il rimpianto di non essere stato me stesso in questa nuova avventura».

© RIPRODUZIONE RISERVATA