Rugby, il ritorno di Ironman Zanni: «Contro l'Inghilterra cambio linea per festeggiare i 100 caps»

Rugby, il ritorno di Ironman Zanni: «Contro l'Inghilterra cambio linea per festeggiare i 100 caps»
di Christian Marchetti
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Domenica 4 Febbraio 2018, 11:30
C'è chi è abbastanza freddo da mettere le emozioni in un posto particolare. Speciale, certo, ma pur sempre un posto che agli altri appare lontanissimo, irraggiungibile. C'è chi, come Alessandro Zanni, sembra insomma non pensarci. Infischiarsene dell'appuntamento a cui è chiamato oggi, domenica 4 febbraio, debutto al Sei Nazioni 2018 contro l'extraterrestre Inghilterra: tornare in Nazionale due anni dopo l'ultima volta, causa infortunio; tagliare il traguardo della presenza numero 100, quella che tra l'altro festeggi entrando in campo per primo; e, aspetto di non poco conto, giocare in seconda linea anziché nella tanto amata terza, che secondo il ct azzurro Conor O'Shea sarà poi il punto nevralgico del match contro il XV della Rosa. C'è chi, come Alessandro Zanni da Udine, è riuscito a tagliare un traguardo comune a pochi: 58 caps consecutivi. Record interrotto soltanto da una botta al ginocchio, l'inizio di un Calvario.
Tornare in campo esattamente un anno e undici mesi dopo quel terribile Galles-Italia 67-14, Sei Nazioni 2016.
Sensazioni?
«Non posso che essere felice. Subentra poi la soddisfazione di riuscire a raggiungere le 100 presenze, oltre a quelle di essere riuscito a recuperare a dovere, di essermi tra l'altro ben rodato nel ruolo di seconda linea e di essere tornato nel giro».
Quel match a Cardiff fu anche l'ultima uscita internazionale di Castrogiovanni. Nel difficile recupero dall'infortunio ha temuto di dover lasciare anche lei?
«Accipicchia, questo no! Ho dovuto ricostruire il crociato sinistro ed è vero che se intervieni nuovamente su un ginocchio già operato i rischi si moltiplicano. La chirugia ortopedica ha fatto comunque passi da gigante e ho sempre cercato di mantenermi positivo nonostante, come giusto, i medici mi avessero messo in guardia».
Conosceva del resto la trafila visto che ha avuto problemi anche al destro. E oggi?
«Oggi il ginocchio migliora, cresce. E cresco anch'io».
E la Nazionale è cresciuta? Che ambiente ha trovato?
«La base e la competizione si sono allargate. E più cresce la competizione più sei spronato a dare il massimo. Quanto all'aspetto tecnico, siamo strutturati in maniera differente. Devo dire che Conor ha portato tante cose importanti».
Tra queste, un seconda linea chiamato Zanni...
«Mi si è presentata l'opportunità di giocare in quel ruolo con la Benetton Treviso e io l'ho colta al volo, sfruttandola poi in chiave Nazionale. L'obiettivo era quello di rivedere l'azzurro, in tutti i modi».
Bella faticaccia...
«Beh, saltatore in touche lo sono sempre stato, quindi il lavoro per me non è cambiato molto. Il problema è stato tutto il resto: una seconda, per esempio, è decisamente più coinvolta in ruck».
Guarda caso il territorio di caccia su cui l'Inghilterra ha praticamente costruito un impero da 23 partite vinte sulle ultime 24.
«Sì, ma noi dobbiamo pensare a fare il nostro match, sempre. Ogni confronto è un'incognita, ha uno svolgimento a sé. Tutti dovremo offrire sostegno e considerare l'importanza della presenza fisica. Il loro pacchetto di avanti, effettivamente, è tra i primi al mondo».
Crescita tecnica e personale. Quanto è stata importante la sua famiglia?
«Tanto. Tra un'apparizione in Nazionale e l'altra, intanto, è arrivata la sorellina di Greta, Giada che oggi ha 7 mesi. È stata proprio Greta a scegliere il nome e a noi è piaciuto».
Anche i tifosi le saranno vicini. Non capita tutti i giorni di diventare centurione all'Olimpico.
«Ma per noi l'apporto della gente è sempre stato importante. Ci darà una spinta enorme e speriamo di regalare loro un grande giorno».
 
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