Elisa Narcisi, dice no alla Nazionale: «Devo lavorare non ho le ferie. Rinuncio alla sfida con l'Ucraina»

La capitana dell'Atletico Foligno Calcio a 5 deve rinunciare alla chiamata in Azzurro

Elisa Narcisi esulta dopo un gol
di Giordano Granelli
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Venerdì 15 Marzo 2024, 08:00

FOLIGNO All’esordio nella massima serie di futsal femminile, l’Atletico Foligno ha sorpreso un po’ tutti, considerato che da matricola, seppur manchi ancora l’aritmetica, ha virtualmente conquistato la salvezza con diverse giornate d’anticipo. Non solo, perché la squadra del tecnico Battistone è al momento a un solo punto dalla zona playoff, un traguardo che coronerebbe una stagione a quel punto memorabile.

Capitano e simbolo delle folignati è Elisa Narcisi in maglia biancoceleste dal 2018, con all’attivo diverse presenze nella nazionale maggiore, tanto da diventare negli ultimi mesi un punto fermo nelle scelte del commissario tecnico azzurro Francesca Salvatore.

A poco più di una settimana dalla partita disputata in Finlandia contro la Svezia, la Narcisi è stata nuovamente chiamata a difendere i colori azzurri nel doppio impegno di lunedì e martedì prossimi contro l’Ucraina, anche se in questa circostanza è stata costretta a rinunciare. «E’ stata una decisione abbastanza difficile - spiega la ventisettenne spellana -  sicuramente sofferta ma prettamente consapevole. Noi tutte, nella nostra squadra, non viviamo unicamente di sport ma cerchiamo di conciliare nel migliore dei modi gli impegni sportivi con quelli lavorativi. Discorso diverso per la maggior parte delle atlete che vestono la maglia azzurra, molte delle quali possono permettersi di essere delle professioniste a tutti gli effetti. Ecco, nelle precedenti convocazioni sono riuscita ad incastrare le due sfere, potendo anche utilizzare le ferie dal lavoro, ma in questo caso con un impegno così lungo (il ritiro sarebbe durato 8 giorni) non mi è stato possibile, per cui, anche con un pizzico di rabbia, ho preso questa decisione molto sofferta».

Il dibattito tra dilettantismo e professionismo nello sport è una questione complessa che coinvolge vari aspetti, tra cui l'etica, l'economia, la salute degli atleti e la natura stessa dello sport.

Ma è chiaro che ci sono degli aspetti che non possono non essere rivisti.

«Credo che le istituzioni, per chi come me svolge un lavoro nel settore privato - analizza la Narcisi - dovrebbero prevedere, quanto meno, un giustificativo per le assenze dovute ad attività sportiva di alto livello, tanto più se si pensa che stiamo parlando di nazionale maggiore. Rappresenterebbe un'attenzione minima a questo mondo, un riconoscimento per chi porta avanti lavoro e sport allo stesso tempo. Anche perché l’ambito sportivo è prettamente formativo per una persona, anche in un'ottica di crescita personale nel lavoro».

Le presenze in maglia azzurra hanno comunque portato grandi soddisfazione per il capitano delle biancocelesti: «È un'emozione assolutamente indescrivibile indipendentemente dall’esito della partita. Ti trovi a confrontarti con altre nazioni, con altri tipi di gioco, in un contesto chiaramente diverso rispetto a quello in cui viviamo durante l'anno, perché allo stesso tempo ti responsabilizza, ti fa prendere consapevolezza sulle cose da migliorare. In definitiva ti porta ad essere più performativa e performante».
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