PERUGIA - L’acqua, nella giornata mondiale cui è dedicata questa fondamentale risorsa, è stata al centro di un evento che si è svolto ieri nella sala delle Colonne di palazzo Graziani, sede della Fondazione Perugia. Un partecipato convegno, intitolato «Acqua, fonte di pace» promosso per riflettere sull’importanza dell’acqua come strumento di pace e risoluzione delle crisi a livello globale, avviando un dialogo costruttivo sull’essenziale risorsa, coinvolgendo il mondo accademico, culturale, economico e la popolazione studentesca. A promuoverlo Umbra Acque e la Cattedra Unesco dell’Università per Stranieri di Perugia. Un’occasione per fare anche il punto sull’impegno della stessa Umbra Acque, società che gestisce la rete idrica, sul fronte degli investimenti per abbattere le perdite. Anche di questo hanno parlato i vertici di Umbra Acque, l’amministratrice delegata Tiziana Buonfiglio, che sottolinea come «l’acqua è una responsabilità, e questo non va mai dimenticato» e Filippo Calabrese, presidente della società.
I NUMERI Umbra Acque ha messo a punto un progetto da 52 milioni di euro per intervenire sulla riduzione delle perdite delle condotte idriche. Un piano di ampio respiro, già avviato e che andrà avanti fino al 2026. Una buona parte è già finanziato, con un totale di 25 milioni di euro da fondi Pnrr. Risorse importanti che permettono di dare gambe ai due lotti progettuali previsto. Il piano «prevede da un lato la realizzazione di un sistema di monitoraggio completo della rete idrica – ha sottolineato l’ad Buonfiglio - e dall’altro la sostituzione completa dei tratti di rete più ammalorati». Umbra Acque interviene su 200 chilometri di condotte. «Nel periodo 2024-2029 si prevede una media investimenti che salirà a 40,3 milioni all’anno dovuta all’impatto del Pnrr, dieci in più rispetto all’ultimo quadriennio.
IL CONVEGNO In occasione del convegno il presidente di Umbra Acque Calabrese ha parlato di «uno dei progetti che abbiamo inserito all’interno del Piano di Sostenibilità» e che sarà realizzato entro l’anno. Quello «di 2 pozzi in Malawi, nello specifico nel distretto di Zomba, nella parte sud dello Stato». Il paese vive condizioni di difficoltà «rispetto a fenomeni sociali noti, come il cambiamento climatico, le migrazioni, il rischio povertà, amplificate in un contesto di nazioni confinanti e in realtà nel continente africano spesso attraversato da guerre e distruzione. Fondamentale, quindi, è la costruzione di pozzi; per questo abbiamo preso contatti con l’Associazione Amici del Malawi, Onlus di volontariato e che seguirà la realizzazione operativa dei 2 pozzi che saranno costruiti in zone remote così da permettere un notevole incremento della qualità della vita e la possibilità di accesso ad acqua pulita».