«L’importante era entrare nei primi sedici questa mattina» dicono più o meno tutti e due, Mitch con cuffia che non si toglie se non sul podio per non mostrare la rasatura riaggiustata da un coiffeur di professione dopo la sforbiciata del Capitano, e Pippo. «Ho trovato la gamba ai 150», sostiene Magnini. D’Arrigo racconta a mezza bocca, ché il ragazzo è pensatore e poco ciarliero e sembra ponderare quel che dice, forse bruciato da qualche malevolenza di troppo, dentro e fuor d’acqua, d’aver «dormito bene», nonostante il peso della medaglia (ma è un peso?), di «sentirsi bene», che era importante entrare nei 16, e oggi negli 8 e avanti così. Non una sillaba sulla doppia cittadinanza italoamericana e l’eventualità di sceglere la seconda.
La lista dei qualificati è aperta da Paul Biedermann, che da quando s’è tolto il costumone è sempre bravo ma non più siluro; accedono alle semi anche il filosofo serbo Stjepanovic, che ieri vinse i 400 stile davanti a Mitch, e il francese Agnel, che “affogò” in quella gara e fu tolto dalla staffetta veloce francese poi vincente l’oro, sostituito da Mehdi Metella, nero della Guyana, che portava anche in acqua la Francia multietnica.
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