PRIMO DEI GREGARI
E’ il simbolo dell’Italia operaia di Conte. Bisogna, per ora, accontentarsi di Pellé che gioca (lui sì) in Premier come Balotelli, l’escluso di cui si discute ventiquattr’ore su ventiquattro. In Italia e all’estero. Ecco, invece, Graziano. Che è proprio quello visto a Malta: attaccante di 193 centimetri, intruppone e robusto, che usa la testa per cercare il gol e il sinistro per dare una mano agli altri più che a se stesso. Bomber di altri tempi. Come è anche fuori del calcio. Ama il look anni Sessanta. Brillantina e non solo. Ballerino per la gioia di mamma e sorella, centravanti di impatto internazionale grazie a van Gaal. L’ex ct dell’Olanda e attuale allenatore dello United lo portò, sette anni fa, all’Az Alkmaar. Nei Paesi Bassi direttamente da Cesena. Ritornò in Italia, dopo quattro stagioni, ma sia al Parma che alla Sampdoria non si è trovato come in Olanda. Dove si è scatenato dal 2012 al 2014: in due annate, 55 reti, prima di trasferirsi in Inghilterra.
SPALLATA DECISIVA
L’Italia di Conte, nelle tre partite delle qualificazioni, ha realizzato 5 reti. Solo due con gli attaccanti: Zaza in Norvegia e Pellè a Malta. Il secondo è diventato titolare al posto del primo. Che gioca nel Sassuolo ultimo in classifica. Ma al ct non interessa. L’azzurro spetta a chi se lo merita. E soprattutto a chi ha spazio da titolare nei club. Ora Graziano è più in forma di Simone che, comunque, è partito dall’inizio a Palermo. Nella nazionale che stenta, almeno il centravanti fa il suo dovere. Di testa prende la traversa, di piede i tre punti. Va bene così
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