Italrugby all'anno zero, O'Shea dovrà raccogliere i cocci azzurri

Italrugby all'anno zero, O'Shea dovrà raccogliere i cocci azzurri
di Paolo Ricci Bitti
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Lunedì 21 Marzo 2016, 10:29
Chi lo conosce dice che l'irlandese Conor O'Shea, il nuovo ct dell'Italia, anzi il nuovo Director of rugby del movimento ovale italiano, non si sia messo le mani nei capelli dopo l'ennesima batosta azzurra a Cardiff, dopo il sesto Sei Nazioni terminato a quota zero che ci riporta alle miserie delle prime edizioni: con le 9 di Cardiff diventano 29 le mete incassate in cinque partite, mentre il passivo complessivo (-145 punti) cancella il -124 del 2005. Un disastro.
Eppure l'attuale allenatore degli Harlequins sembra piuttosto convenire che peggio di così non potrà andare. Pragmatismo da condividere? Mah, per adesso la delusione è forte e non tanto perché sono arrivate cinque sconfitte (mai l'Italia è stata favorita nei pronostici), ma perché con le disfatte umilianti di Dublino e Cardiff pare naufragato il patrimonio di certezze che pure appena tre anni fa aveva permesso agli azzurri di Brunel di portare a casa il quarto posto e il Torneo migliore di sempre. Di questa edizione si salvano due cose: i «tutto esaurito» dell'Olimpico e il gruppo (enorme) di 12 esordienti che, pur troppo spesso in balìa degli avversari, allarga la rosa a disposizione del nuovo staff che, inoltre, difficilmente (tocchiamo ferro), dovrà fare i conti con 20 titolari infortunati. O'Shea, Catt, il confermato De Carli, Davis e Abaud, secondo il presidente Gavazzi avranno carta bianca per rifondare il movimento e mettere a sistema tutte le componenti che finora, senza che alcuno ne abbia pagato le conseguenze, hanno spesso parlato lingue diverse. Se sarà vero qualcosa in cui credere c'è. Per fortuna un sorriso è già possibile farlo grazie alle donne guidate da Sara Barattin e allenate da Di Giandomenico che dopo la Scozia hanno battuto ieri anche il Galles in trasferta 12-16. Brave. Loro il cucchiaio di legno lo lasciano agli uomini.
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