Rugby, L'Equipe: «Carter, Rokocoko e Imhoff positivi a un controllo antidoping». Il Racing 92: «Rispettate le procedure, nessun illecito»

Rugby, L'Equipe: «Carter, Rokocoko e Imhoff positivi a un controllo antidoping». Il Racing 92: «Rispettate le procedure, nessun illecito»
di Paolo Ricci Bitti
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Venerdì 7 Ottobre 2016, 19:24 - Ultimo aggiornamento: 19:25
I nomi sono equivalenti alle dimensioni dello sconcerto: enormi. Secondo il quotidiano L’Equipe nelle urine dei giocatori del Racing 92 Parigi Dan Carter, Joe Rokocoko e Juan Imhoff sono state trovate tracce di corticoidi (corticosteroidi), sostanze proibite che possono essere usate dagli atleti solo dietro autorizzazione. Il controllo effettuato dall’agenzia antidoping francese è avvenuto la notte del 25 giugno scorso a Barcellona dopo che la squadra parigina aveva trionfato davanti a 100mila fedeli al Camp Nou contro il Tolone nella finale del campionato francese.

Una notizia che ha scatenato scosse telluriche senza precedenti. Per chi non sa di rugby va detto che i primi due giocatori sono leggende di prima grandezza degli All Blacks, il terzo è un argentino che leggendario lo diventerà, abile anche com’è a passare dal rugby a 15 a quello 7, per il quale ha partecipato alle Olimpiadi di Rio.

Ed è naturalmente Dan Carter a valere, da solo, la prima pagina non solo nel regno di Ovalia: insieme al compianto Jonah Lomu e all’ex capitano Richie McCaw, Dan Carter è l’All Black più famoso nella storia del rugby. Il mediano di apertura neozelandese, 34 anni, ha giocato 112 volte in nazionale segnando 1.598 punti, record assoluto che non sarà facile battere. Ha vinto due volte la coppa del mondo (2011 e 2015, determinante nella seconda finale)  e per tre volte l’equivalente del pallone d’oro. Logico che diventasse anche il rugbysta più pagato di sempre grazie anche al Racing 92 di Parigi che l’ha ingaggiato nella scorsa stagione dopo la decisione di interrompere la carriera internazionale. Niente di che rispetto ad altri assi dello sport, ma il milione e mezzo di euro l’anno che Carter porta a casa indicano il vertice della classifica in questa disciplina.

Tra l’altro il fenomenale Carter dal piede infallibile non appartiene alla categoria degli energumeni: lui il pianoforte lo suona (e non lo trasporta) e lo fa divinamente pur con un fisico normale (meno di un metro e 80 per 90 kg) e modi sempre pacati e per di più con un notevole sex appeal da permettergli anche contratti da modello per mutande e canottiere. In carriera ha sofferto di molti infortuni, ma poi ha vinto tutto quello che c’era da vincere. E se si candida diventa di sicuro anche presidente della Nuova Zelanda. Occhio e croce, insomma, un tipo dal curriculum immacolato che proprio non avrebbe bisogno di barare.

Molto più fisico (1.90 per 104), 33 anni, il connazionale con origini fijiane Joe Rokocoko, ala devastante, 46 mete in 68 partite per gli All Blacks dal 20o3 al 2010. Una meraviglia le sue galoppate imprevedibili. Impeccabile anche il suo cv.

Juan Imhoff, 28 anni, argentino, ala velocissima con acuta intelligenza tattica, e un altro giocatore dal fisico normale, 34 volte in nazionale per i Pumas per i quali ha segnato 21 mete. Un giocatore mai sopra le righe, in campo e fuori.

Per una coincidenza che lascia di sale sono proprio questi tre elementi ad essersi messi maggiormente in luce in quel sontuoso thriller della finale al Camp Nou vinta dal club di Parigi 29-21 nello scorso giugno: Carter ha firmato 15 punti al piede, Rokocoko una meta e Imhoff una volta tanto non ha marcato nemmeno un punto ma è risultato lo stesso determinante sostituendo con sorprendente capacità per quasi tutto il match il mediano di mischia Mechenaud, espulso. Insomma, il Racing in 14 contro 15 ha vinto lo scudo di Brennus affondando la corazzata Tolone.

Detto chi sono i tre portentosi protagonisti del caso di presunto doping più eclatante nella storia del rugby, la vicenda si dipanerà adesso fra il club e la federazione francese che ha ricevuto il rapporto dall’Afld. Il regolamento dell’Agenzia mondiale antidoping – riporta ancora L’Equipe - dice che l’uso terapeutico di corticosteroidi (sostanze antinfiammatorie e antiallergiche che riducono l’effetto della fatica) deve essere autorizzato, ma dice anche che può essere dichiarato al momento del controllo se giustificato dalle condizioni degli atleti (e in effetti tutti e tre i giocatori erano alle prese da infortuni).

E’ la linea difensiva del club, come del resto quella dell’agente dei giocatori neozelandesi, che in una nota si è detta serenamente pronta a chiarire ogni passaggio della vicenda “in cui sono stati rispettati con rigore tutti i protocolli nazionale e internazionale in fatto di autorizzazioni e dichiarazioni d’uso di queste sostanze”. Massimo sostegno, poi, ai giocatori coinvolti. La Ffr dovrebbe decidere in tempi molto rapidi.

La nota del Racin92g
1) Il termine corticosteroidi può avere forte rilievo emotivo associato a comportamenti immorali e illegali. Ma può anche essere riferito a pratiche legali e consentite dalla medicina. La citazione pubblica di queste sostanze richiede molte cautele anche per i danni che può causare ai giocatori nominati.
2) Il Racing92 è sempre dalla parte della legge, dell’etica e dell’amore per uno sport pulito. La salute e la morale sono i due prinicipi più importanti dei nostri giocatori. 
3) Ogni procedura medica riferita ai giocatori nominati è state eseguita con trasparenza e nel pieno rispetto delle norme in fatto di antidoping, dal punto di vista medico e amministrativo. Questa procedura non richiede l’esenzione a fini terapeutici.

Il Racing92 collaborerà con tutte le autorità investigative per arrivare a una chiara comprensione della vicenda e conoscenza da parte di tutti.
Juan Imhoff, Joe Rokocoko, Dan Carter sono persone esemplari in fatto di comportamento, generosità ed etica.
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