Rugby, Italia-All Blacks: 39 anni di sfide tra pesanti tracolli e sconfitte con onore

Rugby, Italia-All Blacks: 39 anni di sfide tra pesanti tracolli e sconfitte con onore
di Christian Marchetti
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Venerdì 11 Novembre 2016, 23:43 - Ultimo aggiornamento: 12 Novembre, 01:11
No no, non scherziamo. È vero, l'Italia contro la Nuova Zelanda le ha sempre prese e in trent'anni di sfide è riuscita soltanto a fare il solletico ai “mostri” All Blacks. Tuttavia, tra le due federazioni è in corso una sorta di controversia che dura da quasi 40 anni.

QUASI SCONFITTI
Correva l'anno 1979, i tuttineri erano reduci da una “capatina” in Australia (virgolette d'obbligo, parliamo del derby dei derby) e da un altro tour in Inghilterra e Scozia. Conclusero le loro fatiche in quel di Rovigo e la spuntarono 18-12, passivo più contenuto di sempre per gli azzurri. Qual è il problema? La federazione ospitante riconobbe la partita come ufficiale; i neozelandesi, che consegnarono alla storia quel gruppo come selezione “All Blacks XV”, no. Significa che per gli annali quel 12-18 non esiste, praticamente fuffa, ma andate a spiegarlo a Stefano Bettarello, che quel giorno segnò 8 punti al piede, o a Nello Francescato, che marcò una meta. Andate a spiegarlo, soprattutto, ai fortunati che assistettero a quella quasi vittoria. Due anni prima, a Padova, il “XV del Presidente”, selezione composta dagli azzurri e dagli stranieri del massimo campionato Pardiès (francese), Babrow e Naudè (sudafricani) aveva perso 17-9 dalla Nuova Zelanda. Impossibile battezzarla come ufficiale.

BATOSTE MONDIALI
Per il resto, una compilation di batoste: di 12 confronti ufficiali, tante mazzate, e in ben 5 occasioni le partite rientravano nel programma della Coppa del Mondo (sono piuttosto singolari i sorteggi dei Mondiali ovali). A cominciare dal 70-6 buscato ad Auckland nel match inaugurale del Mondiale in terra neozelandese del 1987 e una meta, quella di John Kirwan (poi ct degli italiani), riconosciuta come una delle più belle mai segnate nella storia della competizione. Ancora: il 31-21 della Coppa 1991 in Inghilterra, il terrificante 101-3 del 1999 ad Huddersfield, il 70-7 del 2003 a Melbourne e il 76-14 del 2007 a Marsiglia. Quello dell'onta vera, quando cioè Bortolami e soci, la macchina inceppata ai ferri corti con l'allora ct Berbizier, voltarono timorosamente le spalle alla Haka.

ALTRE BATOSTE
Per completare la mostra delle atrocità, il 6-70 di Bologna (1995), il 19-56 di Genova (2000), il 64-10 di Hamilton (2002, la sfida in cui debuttò il capitano di oggi Sergio Parisse). Poi la prima volta a Roma, ma al Flaminio: 10-59 nel 2004. Nel 2009, il 27-6 di Christchurch ma anche il 6-20 davanti agli 80.000 di San Siro con una mischia infinita (e, a dirla tutta, una meta tecnica non concessa) nei 22 tuttineri. L'ultima volta ancora a Roma, all'Olimpico: 10-42. In tutto fanno 118 punti segnati, 686 subiti. Non esattamente un tracollo, bensì un ringraziamento da rivolgere ai maestri. Sebbene quel 28 novembre 1979 al “Battaglini” gridi ancora vendetta. Sacrosanto.
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