Rugby World Cup, il capitano Parisse si sfoga: «Nessuna pressione da parte dello Stade, non giocherò perché non ho recuperato»

Sergio Parisse, dal suo profilo Facebook
di Paolo Ricci Bitti
3 Minuti di Lettura
Sabato 10 Ottobre 2015, 22:58 - Ultimo aggiornamento: 11 Ottobre, 12:18
Sul far della sera, al tramonto sulla brughiera smeraldo del Devon e sulla coppa del mondo degli azzurri, il capitano Sergio Parisse sfoga la sua amarezza a poche ore dal match contro la Romania che lui guarderà dalla tribuna del Sandy Park di Exeter insieme all'amico di mille battaglie, Mauro Bergamasco. Sulla sua pagina Facebook il leader dell'Italia spiega di dover tristemente rinunciare all'ultima partita dell'Italia in questi Mondiali (e probabilmente lui non ne giocherà altri visto che ha 32 anni) esclusivamente per questioni fisiche e non "per pressioni del suo club", lo Stade Francais che ha guidato allo conquista dello scudo di Brenno. Club parigino che ha gestito direttamente, un mese fa, l'intervento al polpaccio sinistro e la prima fase delle terapie di recupero dell'azzuro, con lo staff della nazionale a seguire solo a distanza il suo atleta più rappresentativo. Parisse, a cui erano state prescritte sei settimane di riposo, è invece sceso in campo dopo quattro contro l'Irlanda cambiando volto all'Italia. Nei giorni scorsi si è allenato con il gruppo e quindi lo si attendeva domenica in campo nel complicato match con la Romania, ma l'altro ieri si è appreso, tra lo stupore e il rammarico di tutti, della sua rinuncia: "Sono uscito stanchissismo dal match di Londra e, non sentendomi al 100% in vista di una partita così importante, preferisco lasciare il posto a chi è più in forma". Stop.

La sua rinuncia ha costretto il ct Brunel a escludere tecnicamente Mauro Bergamasco mandando in panchina Vunisa, che può giocare 7 e 8. BergaMauro fuori anche per non rinunciare a un saltatore in touche. Peccato però, molto peccato, che Mauro e i tifosi italiani attendessero con orgoglio il match di Exetere per celebrare degnamente l'addio al campo dell'azzurro più longevo di sempre, un campione che ha dato al rugby, non solo italiano, molto più di quello che ha ricevuto. A tributargli applausi e onori era pronta anche la stampa internazionale, sempre in ammirazione del moschettiere azzurro. (qui l'ode a Mauro Bergamasco)

Senza una doverosa regia che fin dall'inizio prendesse in mano un caso così importante, vissuto da protagonisti con interessi divergentei (club e nazionale, per cominciare) si è insomma creata una situazione opaca che certo non ha aiutato ad avvicinare l'ultimo match con la Romania in cui, dopo aver mancato di nuovo il pur difficile obiettivo del passaggio ai quarti di finale, gli azzurri superstiti si gioca quantomeno la faccia. La loro e quella del movimento.

Ecco il testo dello sfogo di Parisse:

"Alla vigilia del nostro ultimo appuntamento della Rwc , sono amareggiato e perplesso nell'aver letto che alcuni siti riportano la notizia che il motivo per il quale domani non sarò in campo sarebbe a causa di una "certa pressione" rivolta dal mio club..Quello stesso club al quale sono così grato per avermi dato tutto l'aiuto e il supporto possibile e che mi ha permesso di scendere in campo per lottare per una maglia che nemmeno è la sua ma quella della mia amata nazionale! E grato per non essersi risparmiato su nulla per aiutarmi a realizzare il mio sogno di partecipare alla quarta e credo,con tutta probabilità, ultima coppa del mondo. Per questo motivo sentir parlare di "pressioni" per non giocare domani mi delude profondamente! In tutta la mia carriera ho ricevuto sempre e solo sostegno dal mio club e non posso accettare che lo si insulti così.
Inutile parlare della profonda frustrazione che proverò domani per non essere riuscito a recuperare come speravo e perché manchero' all'ultima partita della coppa del mondo della mia carriera.
Un ultimo mio pensiero per Mauro che domani non scenderà in campo e quindi non avrà la possibilità di chiudere la sua fantastica carriera internazionale come meritava. Le scelte tecniche vanno rispettate, anche se alcune possono sembrare incomprensibili ..perché noi giocatori non possiamo far altro che accettarle.
Alla fine dei conti ognuno deve assumersi le responsabilità delle proprie decisioni, perché nel bene o nel male e' così che funziona la vita.
E domani sono sicuro che chi non potrà essere in campo, chi per infortunio e chi per scelta del Ct, sarà insieme alla squadra a tifare e soffrire per chiudere questo mondiale con una vittoria.
Forza Italia!!!!" 🇮🇹
© RIPRODUZIONE RISERVATA