Gotham Knights, nessuno vuole essere Batman. Patrick Redding: «Non ci sperate, è davvero morto»

Gotham Knights, disponibile dal 21 ottobre su PlayStation 5 e XBOX Serie X , metterà forse fine all’annosa domanda provocatoria di Cesare Cremonini

Gotham Knights
di Eva Carducci
4 Minuti di Lettura
Domenica 23 Ottobre 2022, 16:59 - Ultimo aggiornamento: 24 Febbraio, 19:48

«Ti sei accorta anche tu, che in questo mondo di eroi, nessuno vuole essere Robin?»

Con la canzone di Cesare Cremonini in testa entriamo nei Warner Bros Games Studios di Montreal in Canada, dove il team di sviluppatori è in fermento per l’uscita di Gotham Knights, alle prese con una domanda fatidica: Cosa succede quando muore un eroe? E se quell’eroe è proprio Batman, chi prenderà il suo posto come vigilante nelle notti corrotte di Gotham?

Ad accoglierci all’ingresso degli studios (due piani all’interno di un grattacielo nel centro di Montreal con vista sui “rivali” della Ubi Soft Games) è proprio il grande assente di Gotham Knights: Batman.

Una statua di due metri campeggia all’ingresso, ma quel volto minaccioso non ci ferma, anzi, ci accoglie in una tana dove ogni nerd, e geek, si sente a casa. Tra le postazioni, dotate di computer di ultima generazione, sbucano fumetti ,dappertutto, anche dalle pareti. Fonte di ispirazione primaria per modellare i personaggi che dovranno prendere la pesante eredità dell’Uomo Pipistrello. I prescelti per tale compito sono quattro in Gotham Knights: Batgirl, Red Hood, Nightwing e, proprio lui, Robin.

«Non ci sperate, Batman è davvero morto». Ci accoglie così Patrick Redding, il direttore creativo, mentre sorseggia un cappuccino con il simbolo del pipistrello impresso nella schiuma.

Ed è questa la premessa, e la scommessa, che da vita a una nuova sfida: reinventare un franchise consolidato. «Abbiamo sconvolto lo status quo» prosegue Redding, «I criminali prendono il sopravvento, la polizia vuole affermare la propria identità, questi quattro giovani supereroi, hanno perso il loro mentore, e ora devono diventare i cavalieri di Gotham».

Il gioco diventa così un Open world dinamico e interattivo. Le scelte si sviluppano in verticale. Si può decidere così di combattere tutti i crimini di un determinato borough, o di scegliere le missioni in base ai villain antagonisti di Batman, anche quelli lasciati in eredità. Si può giocare in solitaria o completare le missioni in co-op (che suggeriamo soprattutto per le combo per mettere ko i nemici). 

Sotto l’occhio attento e trepidante degli sviluppatori abbiamo provato i primi 40 minuti di gioco con un piccolo salto temporale per testare le nostre abilità contro Harley Quinn, pronti a svelare, da veri detective, la vera causa della morte di Batman. 

La peculiarità è che è  possibile controllare e passare da un personaggio all'altro a piacimento, avventurandosi nei cinque quartieri dell'open-world dondolando con il rampino fra i grattacieli di Gotham o sfrecciando fra i criminali con la Batcycle. Ma il vero punto di forza è il quartier generale del Belfry.

Per Ann LemayNarrative Director dei Warner Bros. Games Montréal - «La parte migliore è quella che si sviluppa di giorno all’interno del quartier generale. Cosa rende i personaggi realistici? La loro vulnerabilità e nella  Belfry sono loro stessi, senza maschera. Di giorno infatti non possono girare per le strade di Gotham, con la paura di venir riconosciuti, e quindi è lì che si sviluppa l’azione. È li che le indagini prendono vita, e dove si analizza la parte più interessante sulle relazioni fra i quattro protagonisti e sulle loro fragilità, anche emotive». 

Per la produttrice esecutiva Fleur Marty Gotham Knights porta sul piatto un altro valore fondamentale: «Barbara Gordon, ovvero Batgirl, ad esempio di giorno indossa gli occhiali. Per noi era importante la rappresentazione, non la sessualizzazione dei personaggi. Abbiamo bisogno di personaggi che ci rappresentino naturalmente, che non siano sempre over the top, perchè neanche noi lo siamo, abbiamo tutti le nostre giornate no. Non abbiamo fatto una lista di rappresentazioni, contiamo molto su questo aspetto del gioco, ma lo facciamo in maniera naturale, non meccanica, non dettata da nessun algoritmo. Semplicemente realistica».

Come si crea però un videogioco che possa essere fruibile per tutte le generazioni di gamers? Dai Gen Z ai Millennials fino ai “Boomer”?  La parola passa a Wilson Mui - Cinematic Director «è una domanda difficile, per questo abbiamo quattro personaggi, ognuno ha la sua storyline e le sue caratteristiche fondamentali. Ognuno ha dei movimenti diversi, chi è più dinamico, chi più metodico. Il modo migliore per offrire a un pubblico più vasto di videogiocatori un’esperienza videoludica differenziata passa anche da questo aspetto».

Gotham Knights, disponibile dal 21 ottobre su PlayStation 5 e XBOX Serie X , metterà forse fine all’annosa domanda provocatoria di Cesare Cremonini. Nessuno vuole essere Robin? In Gotham Knights sicuramente nessuno vorrà essere Batman. 

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