Augusta National, da Woods a Rahm e Scheffler: tutti vogliono la giacca verde. Gagli unico italiano, ma da caddie

L'azzurro sarà il caddie di Olazabal

Augusta National, da Woods a Rahm e Scheffler: tutti vogliono la giacca verde
di Stefano Cazzetta
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Mercoledì 10 Aprile 2024, 19:54 - Ultimo aggiornamento: 21:34

Lo spettacolare preambolo del Par 3 contest, nel quale campioni di ieri e di oggi si sfidano accompagnati da amici e familiari, con i bambini in tutina bianca e berretto verde a farla da protagonisti indiscussi, ci ha portati prepotentemente dentro l’atmosfera del Masters, primo major stagionale di golf, che comincia domani. Qui all’Augusta National, gli ingredienti che ne fanno un evento assolutamente unico, uguale solo a se stesso, ci sono tutti: la marea colorata dei patron (i fortunati possessori di una badge di ingresso), la fila di bagarini su Washington Road, gli immensi pro-shop presi d’assalto nonostante le file chilometriche per entrare, la perfezione cromatica dei fiori che contrastano il verde di fairway e green, i giocatori che provano il campo in un’atmosfera che non è poi tanto diversa da quella dei giorni di gara.

Da domani si gioca per contendersi la mitica Giacca Verde che, unita alla gloria perenne, assicura anche un cospicuo assegno in denaro. In campo solo 89 eletti, perché al Masters si accede solo per invito, in quella che sarà l’edizione numero 88. Purtroppo, non ci sono italiani, dopo la continua presenza degli ultimi anni. L’unico nostro portacolori sarà Lorenzo Gagli che fa da caddie a Josè Maria Olazabal, vincitore nel 1994 e nel 1999 e per questo nel field. Ma, tra tante vecchie glorie e qualche debuttante, il meglio che il golf mondiale è in grado di esprimere si trova qui. A cominciare da Tiger Woods che, nonostante un fisico martoriato da incidenti e interventi chirurgici, a 48 anni, non ha nessuna intenzione di alzare bandiera bianca. Anzi, crede fermamente di poter vincere ancora di continuare la sfida trans-epocale con Jack Nicklaus: 5 contro 6 i Masters vinti, 15 contro 18 i major. Woods, aspettando un nuovo trionfo, punta intanto a superare Gary Player e Fred Couples in quanto a tagli consecutivi superati qui al Masters: per ora sono 23, a 24 li staccherebbe tutti.

L’altro obiettivo è quello di completare i 4 giri, cosa che da un po’ non gli riesce, compresa l’edizione dello scorso anno che di fatto anticipò un nuovo intervento alla caviglia.

Acciaccato o no, tutti gli occhi saranno ancora una volta per Tiger, che domani scenderà in campo alle 19:24 italiane con Jason Day e Max Homa. Ma la lotta per la Giacca Verde, ovviamente, tiene conto di altri protagonisti: dal numero 1 del ranking mondiale, Scottie Scheffler, vincitore nel 2022, a Rory McIlroy che vede ancora vuota la casella per completare il suo personale slam, a Jon Rahm, campione in carica che si è lasciato sedurre dal canto delle sirene arabe, cioè dai petroldollari della Liv. E qui sta uno dei tanti motivi che caratterizzano questo Masters. Oramai l’esodo dai Tour tradizionali ha raggiunto la vetta massima con il passaggio proprio di Jon Rahm, deflagrante e inaspettato, considerate l’atteggiamento fortemente critico che lo aveva preceduto. Qui ad Augusta scendono in campo ben 13 uomini Liv, 7 dei quali, oltre la metà, ha indossato la giacca verde. E si tratta in buona parte di campioni ancora in auge. Si tratta di una spaccatura profonda che non è stata ancora ricucita e che, major a parte, penalizza fortemente lo spettacolo e toglie appeal agli eventi. Il Pga Tour perde grandi protagonisti, la Liv garantisce soldi ma pochissima visibilità: in questa situazione è difficile stabilire chi, fino ad oggi, ne abbia tratto reale vantaggio.

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