Europei nuoto in vasca corta: sei ori nell'ultima giornata, record per l'Italia

Azzurri al secondo posto nel medagliere (7-12-3 la scansione dei metalli a partire dall’oro, totale 22) dietro la Gran Bretagna (9-8-6)

Europei nuoto in vasca corta: sei ori nell'ultima giornata, record per l'Italia
di Piero Mei
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Domenica 10 Dicembre 2023, 19:58 - Ultimo aggiornamento: 11 Dicembre, 14:13

Sei medaglie d’oro in un giorno! Non era mai successo quello che è accaduto oggi nell’ultimo giorno degli Europei di nuoto in vasca corta: sei medaglie d’oro, più due d’argento e una di bronzo (e tre record italiani) che hanno riportato gli azzurri al secondo posto nel medagliere (7-12-3 la scansione dei metalli a partire dall’oro, totale 22) dietro la Gran Bretagna (9-8-6) ma se ci fossero state le due possibilità di Thomas Ceccon… Ecco i Magnifici Sei, quasi i Sette del film, con Miressi nei stile d’argento.

RE PRINCIPE DEI RANOCCHI

Non è il bacio, ma è la medaglia che trasforma gli uomini rana azzurri in re e principe. Il re è Nicolò Martinenghi, suo l’oro sui 50 (è il primo oro individuale suo in distanza e vasca corte, il primo individuale qui dell’Italia), il principe è Simone Cerasuolo, suo l’argenti nella stessa gara. 25.66 il tempo del vincitore, che chiamano Tete, 25.83 quello di Simone. Il cinquantino è diventato un cinquantissimo per l’Italia. “Mi macava, ho fatto un sacco di errori _ sorride Tete _e c’è stata pure la tensione fuor d’acqua aspettando il Var”. C’è di che tremare un po’, come al calcio che la palla in rete non basta più. “Sono strafelice, e pure per Simone che ha un bellissimo futuro”. Il quale futuro, dice Cerasuolo, “è i 100 in vasca lunga: ora mi ci dedico con tutto me stesso, non vedo l’ora della vasca lunga”. E vede la Torre Eyffel. Martinenghi è già sull’ascensore…

E LA RANA IMPERATRICE

“Questa era una gara sì da vincere, ma anche da ritrovare i miei crono e da dirmi che sono tornata” dice Benedetta Pilato appena vinti i suoi 50, 28.86 il tempo (solo lei sotto i 29), il che vuol dire che ha fatto tutte le cose prefissate”. Tira baci dalla vasca, splendono le unghie color vermiglio, i capelli che si sciolgono in acqua quando toglie la cuffia: quella di Ceccon. E’ l’amuleto. Si ferma per guardare quasi da bordo vasca i 100 stile per Miressi, “siamo compagni di squadra” sorride sorniona. Lo sono in azzurro ma anche a Torino, dove Benny si è trasferita da quest’anno, ad allenarsi con Antonio Satta e con Miressi, ed a studiare biologia.
Se quelli erano re e principe, Benny si riscopre imperatrice sconfiggendo l’astro nascente Jefimova ed al terzo posto, dunque al bronzo e al podio, l’ultima arrivata nella compagnia di navigazione Italia, Jasmine Nocentini, l’italiana cresciuta in America (il papà lavorava a Panama), 29.41 il suo crono. Il tempo di riprendere fiato per Jasmine, chiamata alla staffetta finale. Ha meno intervallo ancora Silvia Di Pietro, ottava nella finale dei 50 farfalla: “Ho le gambe imballate, ma mi rimetterò in sesto…”.

SIMONA AL “VELENO”

Simona Quadarella, pure considerata la condizione non al top che l’ha vista d’argento nei giorni passati su 800 e 1500, aveva in coda il classico suo “veleno” (è così che la chiamava la mamma da piccola): ed ha “avvelenato”, nei 400 stile libero, la russa neo francese Kirpchnikova che in quelle gare lunghe la aveva sempre preceduta. “Avevo cominciato non bene, ma ho finito benissimo: sapevo che i 400 potevo vincerli, e volevo vincerli. L’ho fatto”. E lo ha fatto in 3:59.50, scalando qualche linea al record italiano che è di Federica Pellegrini. E nuotando come sa: partenza lenta con la furibonda Kirpchnivova subito a dare di gambe; ma Simona la teneva d’occhio e di bracciata e quando s’è messa in moto come sa l’ha superata al tocco dei 275 metri e poi l’ha tenuta sempre dietro. L’avversaria chiudeva in 3:59.56.

RAZZO D’ORO E DA RECORD

Alberto Razzetti, in camera di chiamata per i 400 misti, appizzava le orecchie per sentire dal chiuso la voce dello speaker che raccontava le meraviglie della Quadarella e si caricava pensando “farò come lei”, pure se i pronostici davano favorito lo scozzese Duncan Scott. Del resto davano per favorita la Kirpchnikova…
S’è tuffato pronto da re tutto e anche di più. Scott attaccava subito ma Razzo lo teneva a bada nel delfino e nel dorso. Poi la rana: “E’ stato qui che ho capito che avrei vinto”.

E’ passato, e il ritorno dello scozzese disperato nello stile libero non era all’altezza del formidabile ligure, che aveva già preso due argent a Otopeni. Gli rifilava tre secondi: 3:57.01 il tempo dell’azzurro, 4:00.17 quello di Scott. Razzetti frantumava di due secondi il primato italiano che era suo. “La qualificazione olimpica a Riccione, un oro e due argenti qui: che volere di più? Non vedevo l’ora di poterne parlare, almeno per un po’ basta fatiche”. E tanto cacciucco… Si allena a Livorno con Stefano Franceschi.

MAGICO MORA

Quei quattro di cui sopra potevi aspettarteli, Lorenzo Mora sui 200 dorso meno. Sì, aveva già salito il podio due volte per il bronzo (sempre condiviso con qualcun altro), “ma ora questa settimana che non mi era sembrata positiva va proprio rivista”, dice Lorenzo che con l’oro ha migliorato anche il proprio record italiano chiudendo in 1:48.43. “E’ il primo titolo internazionale che vinco, ce n’era uno ma ai Giochi del Mediterraneo. Ho fatto una gara della Madonna, scusate, una bella gara; l’ho fatto come volevo, lasciando sfogare il francese e poi…”. Poi il baffuto Tomac, che andava per la trilogia del dorso avendo vinto 50 e 100, si è arreso: ha perso pure l’argento, andato all’inglese Greenbank.

E L’ORO FINALE!

Si mettono insieme per la gara finale: la band dell’oro. Lorenzo Mora va al dorso (23.01), Nicolo Martinenghi alla rana, (24.07, “attaccato al mio migliore”), Silvia Di Pietro alla farfalla (25.32), Jasmine Nocentini allo stile libero (23.38) per un totale vincente  di 1:36.58 contro l’argento della Francia, 1.37.14 con sorpasso azzurro in vasca e nel medagliere. E’ la staffetta del mischione, che mescola i due sessi e i quattro stili. Il ct Butini sceglie fior da fiore (è venuto meno alla mattina, dopo la qualificazione, Rivolta al dorso: si è infortunato ed è rientrato d’urgenza per essere operato) e tutte quelle medaglie insieme non affogano, sono siluri. Mora va, Martinenghi vola, la Di Pietro tiene, la Nocentini resiste. Per i quattro è stata “divertente”, per tutti, protagonisti e spettatori, entusiasmante.

ANCHE MIREX DA PRIMATO

E’ d’argento Alessandro Miressi nella gara regina, i 100 stile: ma la sua performance è ugualmente da cornice, perché finisce fra un campione del mondo, il francese Grousset, e un primatista del modo in lungo, il rumeno Popovici, per cui tutta Otopeni urlava “David, David”. E ci finisce con il tempo di 45.51 che migliora il primato italiano (sempre suo, 45.57). Grousset vince in 45.46, e loro due sono sotto i 46 secondi. E’ appena sopra Popovici 46.05, e sesto tra cotanto senno ed al suo meglio Leonardo Deplano, 46.36.

LA CILIEGINA WIFFEN

La ciliegina sulla torta del nuoto mondiale, ad allargare lo sguardo, la mette il gemello irlandese Daniel Wiffen che dopo i 400 e i 1500 vince anche gli 800, sempre a stile libero, e lo fa in 7:20.46, quasi tre secondi meno di un record mondiale che sapeva di storia e costumoni, il 7:24.42 dell’australiano Grant Hacket quindici anni fa, il più vecchio record del nuoto ancora in vigore.

PAROLA DI CITTI’

Cesare Butini, il commissario tecnico dell’Italia, non può che essere felice: “L’Italia s’è desta”, dice, influenzato dall’aver sentito sei volte in un giorno l’inno nostro. Fa gli auguri a Rivolta, pensa al futuro che ha un obiettivo fisso: Parigi. “Qui era una squadra anche giovane, che guarda anche oltre, bravi atleti e tecnici, hanno dimostrato che se c’è da giocare duri loro ci sono”. E adesso? “Sarà un anno complicato, vedremo di fare scelte individualizzate”. Anche perché si ricomincia subito con raduni al caldo o al freddo, mare e montagna, Sudafrica, Tenerife, Livigno. “Penso che fra mondiali a febbraio e Parigi d’estate ci sia il tempo per riprogrammare la preparazione”. E se mettessero di mezzo gli Europei come si dice? “La squadra olimpica potrebbe non andare, ma abbiamo tanti giovani che potrebbero far bene ed esperienza. Abbiamo visto qui che si cresce gareggiando…”.

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