Vera Caslavska è stata anche l'unica ginnasta ad aver conquistato l'oro olimpico in ogni specialità individuale (concorso individuale, trave, volteggio, corpo libero, parallele asimmetriche). Tra il 1964 e il 1968 è stata imbattuta nel concorso individuale ad ogni manifestazione internazionale. Oltre ai 7 ori (3 a Tokyo e 4 in Messico) ai Giochi ha conquistato anche 4 medaglia d'argento (la prima a Roma), e ha vinto anche 4 ori mondiali e undici europei. Dopo l'invasione della Cecoslovacchia nel 1968 da parte delle truppe del Patto di Varsavia, Caslavska, dichiaratamente a favore delle riforme liberali tentate da Alexander Dubcek, firmò il manifesto anticomunista «Duemila Parole» e a Messico 1968 manifestò la propria opinione sul podio distogliendo lo sguardo durante l'inno sovietico suonato durante le premiazioni dei concorsi della trave e del corpo libero. Ciò la rese invisa al nuovo regime, che ne impose l'esclusione dalla nazionale e quindi dalle competizioni sportive costringendola al ritiro e impedendole per molti anni di volare, lavorare o presenziare ad eventi sportivi.
Ma la sua popolarità non venne meno: Vera Caslavska è stata una delle icone sportive degli anni '60, al punto da essere nominata 'atleta mondiale dell'annò nel 1968, e diventando, anche per il suo fascino e il sorriso ammaliante, una delle donne più popolari in assoluto di quel periodo.
Dopo l'elezione di Vaclav Havel a Presidente nel 1990, Caslavska divenne consulente personale del nuovo Capo di Stato e dal 1990 al 1996 fu anche presidente del Comitato olimpico ceco, mentre dal 1995 al 2001 è stata membro del Cio.
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