Il Parma torna in campo, ma il salvataggio è a tempo determinato

Il Parma torna in campo, ma il salvataggio è a tempo determinato
di Carlo Santi
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Sabato 7 Marzo 2015, 06:01 - Ultimo aggiornamento: 13:21
Il Parma riapre al calcio. Al termine del giorno più lungo per il club emiliano, i giocatori hanno discusso e poi, dopo novanta minuti di confronto, giusto il tempo di una partita, hanno accettato le condizioni proposte dal presidente Carlo Tavecchio. È il primo passo per cercare di ridare una parvenza di regolarità al campionato anche se sul futuro gli interrogativi sono tanti. Domani il Parma giocherà contro l'Atalanta al Tardini, sicuramente domenica prossima affronterà il Sassuolo in attesa della decisione del tribunale il 19 marzo. I soldi che la Lega ha messo a disposizione - dopo tante discussioni - non sono molti per una società di A ma permettono al club di sopravvivere. La vicenda del Parma calcio deve essere divisa in due parti. C'è l'aspetto che riguarda l'inchiesta penale, inchiesta che presumibilmente porterà a qualche arresto, e c'è l'aspetto sportivo, quello legato al titolo. Due questioni che sono strettamente legate tra loro e che, come è noto, avranno lo snodo finale il 19 marzo. Il salvagente lanciato dal mondo del calcio, Figc e Lega, deve essere sostenuto dalle istituzioni con un accordo comune tra i creditori. Il Parma per sopravvivere fino a fine campionato dovrà avere il supporto di tutti. Il curatore fallimentare che nominerà il Tribunale dovrà poter gestire i cinque milioni messi a disposizione dalla Lega per la parte sportiva pagando i dipendenti e i calciatori. Nascerà un esercizio provvisorio e, di fatto, ci sarà un'altra società per poter terminare il campionato. Insomma, un fallimento pilotato. Il piano che la Figc stilerà insieme alla Lega prevede proprio queste garanzie. Il curatore fallimentare non sarà pressato dai creditori visto che sarebbero i primi a dovere essere saldati.



IL TITOLO SPORTIVO

«Il Parma continuerà ad esistere anche dopo questo campionato». Parole del presidente della Federcalcio, Carlo Tavecchio, pronunciate al termine di una giornata molto lunga. Parole che si riferiscono al campionato in corso per il quale i soldi messi a disposizione dalla Lega sono 5 milioni, soldi sufficienti per arrivare a fine maggio. I calciatori dopo la lunga discussione hanno accettato la decurtazione dei loro contratti e percepiranno globalmente 4,3 milioni. Per le altre spese di gestione, ossia personale del club e trasferte, avanzano 700 mila euro. Va bene, ma siamo al limite e in un contesto - quello della serie A - dove la disparità economica tra le prime e il Parma appunto è abissale, basta per affermare che così non va senza arrivare a parlare di torneo falsato. Il capitato del Parma, Alessandro Lucarelli, ha detto che la squadra non è contenta. «Abbiamo deciso di giocare ma non siamo soddisfatti di quello che ci ha detto Tavecchio - ha spiegato - anche se ci ha fatto capire che ci darà sostegno. Ci dispiace l'assenza del presidente Beretta e vogliamo che cambino le regole che hanno permesso di arrivare a tutto questo». Il capitano ha affermato che la squadra vuole garanzie per i dipendenti e sul futuro. «Valuteremo cosa fare di domenica in domenica», ha aggiunto Lucarelli. La permanenza del Parma nel mondo professionistico è a tempo. Il titolo sportivo non verrà perso ma adesso sembra impossibile che il club possa giocare il campionato 2015-16 tra i prof, presumibilmente in serie B. Per renderlo possibile, servirebbe un compratore che si faccia carico dei debiti, che sono tanti (si parla di 200 milioni). Diversamente, come accaduto lo scorso anno al Siena, il club ripartirà tra i dilettanti. L'importante, adesso, è salvare la faccia, non chiudere il campionato di serie A senza una squadra anche se la pessima figura è stata fatta. La Federazione ha promesso maggiore rigore e linee guida diverse dal passato. Si dovrà lavorare su regole che rendano più trasparente la gestione dei club evitando giochi finanziari come vendita del marchio o altre operazione. Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha affermato che «pur di fronte ad una complessa assurdità dell'intera vicenda, sono contento che domani il Parma tornerà a giocare». Il Palazzo, adesso, dovrà essere più severo chiedendo alle Federazioni rigore.