Capirossi: «Marc, Vale e Dovi: che show questa MotoGp»

Capirossi: «Marc, Vale e Dovi: che show questa MotoGp»
di Flavio Atzori
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Lunedì 27 Novembre 2017, 10:57
«Un pilota rimane pilota per tutta la vita. Anche quando si smette. Magari i riflessi non sono più quelli di un tempo, le reazioni del fisico sono diverse, ma quando sali su una moto, ti torna subito in mente tutto quello che hai fatto in carriera. Quella cattiveria da pilota, ti rimane per sempre».
Loris Capirossi è stato per anni uno dei piloti più talentuosi, veloci e coraggiosi che il panorama motociclistico abbia mai potuto ammirare. Di lui si ricordano non solo i titoli mondiali o le vittorie con la Ducati, ma anche imprese come quelle di Brno nel 2000, quando corse, in sella a una bestiale 500cc due tempi con la mano fratturata. Oggi vive la MotoGp da membro della Direzione Gara, da perfetto elemento di unione tra i protagonisti in pista e chi deve vegliare su di loro. Dunque chi meglio di lui può ripercorrere l'annata appena trascorsa.
Partiamo da questa stagione: è stata senza dubbio una delle più emozionanti degli ultimi anni.
«E' stata una stagione entusiasmante senza ombra di dubbio. Già il 2016 è stato un anno bellissimo, quest'anno ancora di più, tanto più che un italiano come Dovizioso si è giocato il titolo fino all'ultima gara di Valencia. Ci sono state diverse corse risolte all'ultima curva dell'ultimo giro, e questo rende questo campionato sempre più interessante. È importante perché in questo modo attiriamo sempre più appassionati».
Dovizioso e la Ducati sono stati la sorpresa più bella dell'anno?
«Probabilmente nemmeno lo stesso Andrea si aspettava di essere così veloce, è stato un exploit, ma anche lo stesso Gigi Dall'Igna ha fatto un grande lavoro nello sviluppo della moto. Ducati ha puntato molto sull'arrivo di Lorenzo, tra l'altro molto veloce da metà stagione in avanti, dunque hanno costruito a supporto una grande squadra. Anche negli ultimi test sono stati veloci: ce li attendiamo competitivi anche nel 2018».
È stata una stagione che ha visto anche i grandi recuperi di Valentino Rossi e Jack Miller, tornati a correre dopo pochi giorni. Cosa passa nella mente di un pilota in quei casi?
«È tutta una questione di voglia, di forza di volontà. Quello che ha fatto Valentino è grandioso. Non dimentichiamoci che ha recuperato in quel modo, con quella dedizione a 38 anni. Miller lo ha fatto addirittura in meno giorni è vero, però Jack è un ragazzino, è un pilota che deve dimostrare, dunque ha tantissima voglia. Sono stati entrambi grandiosi»
Dovizioso sorprendente, Rossi grandioso, alla fine dei giochi però la conferma è Marc Marquez. Il campione del mondo è forte quanto spettacolare con i suoi salvataggi. Sembra quasi riscrivere le leggi della fisica in moto.
«Marc è incredibile (ride). Ha inventato un altro metodo di guidare. Secondo me, da ora in avanti qualcuno cercherà di capire il suo metodo, anche perché una volta può essere fortuna, due anche, però lui lo fa sempre. All'interno di un campionato lo ha fatto minimo 7-8 volte, dunque significa che c'è una tecnica, una cura nel capire come salvare tanti incidenti. Per adesso solo lui sa fare questo. È assolutamente incredibile».
Dai campioni di oggi a quelli di domani. I nostri talenti hanno quella fame che molti appassionati vedevano in lei o in Rossi o in Biaggi?
«No, direi che ne manca un pochino. Però è una questione figlia dei tempi che viviamo. È il modo di vivere ad essere cambiato. Devo dire però che il vivaio italiano sta tornando sempre più competitivo, segno che ci sono talenti che hanno voglia di emergere. Guarda Franco Morbidelli: lui è un esempio perfetto di dedizione e volontà».
Dall'altro lato della barricata, si è battuto molto per incrementare il livello della sicurezza in pista. Quali passi in avanti sono stati fatti?
«Negli ultimi quindici anni abbiamo fatto dei passi in avanti incredibili. Abbiamo investito milioni nella sicurezza, e ciò che è più importante è che, insieme a Carmelo Ezpeleta - patron di Dorna - coinvolgiamo al 100% i piloti. Ad esempio, per l'anno prossimo abbiamo reso obbligatorio l'airbag per tutte le tute di tutti i piloti, dalla Moto3 alla MotoGp. È un passo in avanti importante. È servito tempo per ottenerlo, ma ci siamo riusciti».
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