LA SUA ”CREATURA”
Della Ducati, a Capirossi si chiede molto più che un parere. É stato Loris a portare le moto di Borgo Panigale alla prima vittoria in Motogp nel 2003, in un cantiere ancora aperto, allora come oggi. «Le rosse sono veloci, ma Honda e Yamaha avranno un altro passo fino a fine stagione, inevitabilmente. Il progetto che farà la differenza è quello del prossimo anno e l'Ingegner Dall'Igna sa che Ducati può inserirsi nella lotta al vertice. Il duo giapponese è effettivamente avvicinabile, l'insidia è concreta».
Per gli altri nuovi ingressi nel mondiale 2015, ruoli da comprimari. «Dall'arrivo di Aprilia mi aspetto sperimentazione, tanto lavoro ma anche distacco dal vertice. Poi c'è Suzuki, ma qui la questione è più complicata. È un progetto avanzato e complesso. Entrambe sono due incognite».
I CAMBIAMENTI
L'appuntamento con la rivoluzione? A cambiare davvero il volto al mondiale penseranno i nuovi regolamenti che entreranno in vigore nel 2016. «Elettronica uguale per tutti e gomme Michelin, ma anche un lavoro di sviluppo sulla meccanica e sul telaio che esalterà il talento dei piloti». Volti conosciuti e facce nuove. «La generazione di Marquez, Pedrosa e Lorenzo è destinata a dominare, Valentino ancora sorprende per la carica agonistica, la voglia di vincere che ha recuperato e non sembra voler mollare. Poi non mi aspetto ingressi a breve tra i top driver. La scommessa certo è Jack Miller, l'australiano che passerà dalla Moto3 alla MotoGp con un doppio salto di categoria, ma gli italiani hanno un’altra missione da compiere, c’è un ottimo vivaio». Che deve crescere. «Romano Fenati è forte e determinato, ma ora deve farsi le ossa. Oggi, per l’Italia, il punto è che non c’è Simoncelli. A Misano manca e mancherà davvero solo lui».
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