Rugby, il capitano Parisse alla vigilia di Francia-Italia: «Tanti debuttanti? Combatteranno come noi veterani»

Rugby, il capitano Parisse alla vigilia di Francia-Italia: «Tanti debuttanti? Combatteranno come noi veterani»
di Christian Marchetti
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Venerdì 5 Febbraio 2016, 18:01 - Ultimo aggiornamento: 6 Febbraio, 02:51
Sergio Parisse il parigino. Chi meglio del capitano, tra i 23 azzurri che domani saranno a Saint-Denis per il debutto al Sei Nazioni 2016 contro la Francia (calcio d'inizio ore 15.25, diretta Dmax e Deejay tv dalle 14.45), conosce la capitale transalpina? Non foss'altro perché capitano anche dello Stade Français, squadra alla quale ha regalato la bellezza di 11 anni di rugby sangue, sudore e lacrime. Lacrime anche di gioia, come nella stagione scorsa, o come nel 2006/'07, quando il team ha conquistato il titolo di Francia. Stamani, Sergio ha condotto come consuetudine il "Captain's Run" (per i neofiti la sgambata della vigilia) sull'erba sintetica di Courbevoie, corposo distretto d'affari della regione parigina. I calciatori sono andati invece allo Stade de France, per trovare la giusta confidenza dalla piazzola. Poi tutti a Neuilly-sur-Seine, quartier generale della Nazionale di Jacques Brunel.

IL RUGBY
«Domani sarà una partita di rugby. Francesi e italiani saranno in campo per giocarsela, mentre altri francesi e altri italiani saranno sugli spalti per godersela», spiega Parisse il parigino, presentando la sfida che vale tra l'altro il Trofeo Garibaldi. Attorno ai giocatori, lo Stade de France trasformato in una sorta di Fort Knox. Il ricordo degli attentati nella notte del 13 novembre è ancora vivo; da allora nessuno è rientrato in quell'impianto per parlare di sport. Lo stadio ha una capienza di 81.338 spettatori, ma difficile aspettarsene più di 50.000. Vuoi per la paura, vuoi per una sorta di disaffezione dopo i magri risultati dei Bleus.
«I cinquantamila spettatori penso siano dovuti all'atmosfera che si respira, non credo all’eliminazione subita dalla Francia ai Mondiali, con i sessanta punti incassati dalla Nuova Zelanda, o la mancanza di risultati. I Blues hanno cambiato tanto, a cominciare dalla guida tecnica (affidata al guru ed eterno nemico-amico di Brunel, Guy Novès; ndr), e vorranno mostrare di avere una nuova pelle, un nuovo spirito. Cercheranno allora di giocare alla mano, di impostare una partita di movimento, anche per rispondere alle tante critiche sul gioco. Noi dovremo evitare di cadere nella trappola di inseguire il loro ritmo, evitare soprattutto di concedere palloni alla loro tre quarti».
Far male a questa Francia? Sergio ha un'idea: «Se riesci a controllarli in difesa, mettendogli pressione costante, diventano vulnerabili come chiunque. E' per questa ragione che dobbiamo volere una partita di combattimento. Dargli filo da torcere sulle fonti di gioco e nei punti d'incontro. Allora sarà una bella partita dal punto di vista fisico».

ESORDIENTI
I dubbi tuttavia restano. Anzitutto riusciranno gli esordienti a reggere il colpo? L'estremo Odiete, ma soprattutto l'ala Bellini, si faranno trovare pronti all'importante esame? «Hanno mostrato la giusta attitudine e la voglia di crescere - risponde il tecnico dei trequarti Philippe Berot - Abbiamo lavorato sodo nel corso della settimana, oggi vogliamo raccogliere i frutti». 
Altro dubbio la mediana ancora in fase di rodaggio Gori-Canna. «Con Allan (infortunato) ho oramai raggiunto una buona intesa, con Canna si sto lavorando - ammette il mediano di mischia Edoardo Gori - Eppure, anche se non abbiamo avuto tante occasioni per giocare insieme, abbiamo la stessa visione. Tra noi parliamo molto, è un confronto continuo e questo torneo servirà anche per consolidare il tandem».
L'ultimo dubbio cerca di fugarlo lo stesso Parisse. Ed è il dubbio dei dubbi: è pronta quest'Italia giovane e poco esperta per questo Sei Nazioni, peraltro l'ultimo della gestione Brunel? «L'anno scorso ci siamo presentati in Scozia in una situazione non molto diversa da quella odierna. Avevamo tanti infortunati e due esordienti, eppure abbiamo vinto. Alla mancanza di esperienza si sopperisce con la voglia, e io in settimana ne ho vista tanta. Gli errori ci saranno, ma in quei momenti dovremo ritrovare la concentrazione e aiutarci. I francesci sono più forti di noi, ma noi, sul piano della lotta, non dovremo concedere nulla».
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