Tra nuovo e antico, il Sei Nazioni presenta l'edizione 2016

Tra nuovo e antico, il Sei Nazioni presenta l'edizione 2016
di Paolo Ricci Bitti
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Martedì 26 Gennaio 2016, 10:27 - Ultimo aggiornamento: 28 Gennaio, 21:57
Da una parte i 20 anni o poco più di molti dei debuttanti in maglia azzurra (mai così tanti: dieci), dall'altra i 2.000 anni e anche oltre che potranno viaggiare a ritroso nel tempo i tifosi dei Sei Nazioni, grazie a un accordo, senza precedenti e di grande risonanza anche all'estero, con il Mibact, che aprirà loro gratuitamente le porte di oltre 20 musei romani. Basterà mostrare il biglietto dei match con Inghilterra e Scozia a palazzo Barberini o all'Ara Pacis, ai Capitolini o ai Fori imperiali o Macro, giusto per ricordarne alcuni, come ha fatto ieri il ministro Dario Franceschini: l'alleanza fra sport e cultura, insomma, pilastro dell'Italia candidata a ospitare i Mondiali di rugby del 2023 e le Olimpiadi del 2024.

I NUMERI
Ed è 9 l'altro numero da ricordare per la 122a edizione del Torneo che scatta il 6 febbraio a Parigi con Francia-Italia, per altro primo appuntamento allo Stade de France dopo le stragi jihadiste di novembre: DMax conferma di puntare sempre di più sul Torneo e lo promuove nel superattico del telecomando. Oltre al canale 52, si potrà pigiare anche il tasto numero 9 (Deejay Tv) per vedere tutte e 5 le partite dell'Italia in diretta e in chiaro su canale comprato di recente dal gruppo Discovery guidato da Marinella Soldi. Nella squadra di Daniele Piervincenzi confermata Maria Beatrice Benvenuti, 22 anni, il più giovane arbitro internazionale di sempre, e ingaggiato - udite, udite - Mauro Bergamasco, l'ex azzurro più azzurro di sempre con 18 anni di avventure in nazionale.
Già, in queste vigilie inondate di sole che fa brillare le statue in quel museo a cielo aperto che è il Foro italico, alias Villaggio del Terzo tempo con la regia di Coni servizi, finisce sempre che si tengono per ultimi i numeri più spinosi: nelle prime 16 edizioni del Torneo allargato all'Italia, ovvero 80 partite, sono state rastrellate 12 vittorie e un pareggio. Solo 12 vittorie e un pareggio. Ci si doveva attendere di più? Sì, considerando la formidabile iniezione di risorse fruttate dal Torneo, miniera d'oro senza uguali nello scenario sportivo internazionale. No, o almeno “forse no”, considerando che colmare il gap di oltre un secolo di tradizione resta ardua impresa. La Scozia, per dire, protagonista del primo match internazionale con l'Inghilterra nel 1871, dal 2000 in poi ha vinto 18 partite (8 con l'Italia...), mica tante di più degli ultimissimi arrivati.
E poi, paradosso esclusivamente ovale, per quanto magro e a volte persino deprimente (certo scoppole o certe vittorie sfuggite di un amen), il raccolto azzurro pare continuare a scivolare senza erodere l'entusiasmo dei fedeli vicini e lontani: già superata quota 50mila biglietti per Italia-Inghilterra (di domenica, poi) e va via bene anche Italia-Scozia, con il Villaggio del terzo tempo aperto dalle 20 alle 22 e ancora più vasto e accogliente.

IL CAPITANO
«Vogliamo essere la sorpresa del Torneo, che è affascinante anno dopo anno proprio per la sua imprevedibilità» ha detto il ct Jacques Brunel che a marzo lascerà la guida dell'Italia dopo 5 tornei e 5 vittorie (Conor O'Shea arriverà a giugno) e che ieri aveva a fianco Sergio Parisse, il capitano veterano appena nominato miglior giocatore del massacrante campionato francese Top 14: di fronte a loro i 10 debuttanti allegri e impazienti di bussare alla porta del Mito. Pronostici? Dimenticando gli impietosi bookmaker, non resta che tentare di battere la Scozia all'Olimpico per evitare il cucchiaio di legno.

 
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