VENEZIA Il femminicidio di Giulia Cecchettin è stato premeditato? All'interrogativo giudiziario cercheranno di dare risposta i carabinieri: la Procura di Venezia ha incaricato gli investigatori, che da quasi un mese cercano di fare luce sulla tragedia, di interrogare anche lo psicologo che ha avuto in carico Filippo Turetta. Sei le sedute di psicoterapia prenotate per il 21enne di Torreglia, che però ha disertato l'ultima: quel giorno il giovane era in piena fuga, dopo aver ucciso la 22enne di Vigonovo. Secondo quanto è stato ricostruito, su consiglio della stessa Giulia e pure dei suoi genitori, Turetta aveva fissato il primo appuntamento tre mesi fa, con una telefonata al Cup dell'Ulss 6 di Padova, per il 22 settembre.
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Dopo quel primo colloquio, sarebbe stato invece lo psicoterapeuta a convocare il paziente per una serie di altri incontri, più ravvicinati nel tempo. Probabilmente i carabinieri intendono capire se fosse stata subito riscontrata una situazione grave, per indurre l'esperto a rivedere Filippo il 3, il 17 e il 27 ottobre e quindi il 4 novembre, cioè giusto una settimana prima del delitto. Invece non c'è stato nessun faccia a faccia il 17 novembre: quel giorno il ragazzo era probabilmente già in Germania, dove infatti è stato arrestato l'indomani dalla polizia, fermo in autostrada dopo essere rimasto a secco di carburante. Da quanto è trapelato, il 21enne aveva raccontato al professionista l'angoscia che stava vivendo dopo la fine della relazione sentimentale con la ex, oltre che i problemi incontrati nel suo percorso universitario.
Nell'interrogatorio-fiume in carcere del 3 dicembre, Filippo - forse per scongiurare la contestazione della premeditazione - aveva sostenuto davanti al pm Andrea Petroni di aver «perso la testa» la sera dell'11 novembre di fronte al rifiuto di Giulia di riallacciare la relazione.