Casa popolare alla famiglia del calciatore Lucarelli: deciderà la Cassazione

Alessandro Lucarelli
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Martedì 10 Ottobre 2017, 22:34 - Ultimo aggiornamento: 11 Ottobre, 20:12
Sarà la Cassazione a dire l'ultima parola sulla vicenda della casa popolare della famiglia del calciatore Alessandro Lucarelli. Padre e madre furono condannati per truffa ai danni dello Stato e falso circa la dichiarazione di chi abitava realmente nell'alloggio popolare di Livorno. Il ricorso in Cassazione è infatti stato presentato dall'avvocato Massimo Girardi, difensore di Maurizio Lucarelli, 61 anni, e Franca Bussotti, 57 anni, che in primo grado erano stati condannati a due anni, insieme al figlio Alessandro, capitano del Parma, che invece fu condannato dal tribunale di Livorno a un anno. In appello Alessandro Lucarelli, difeso dall'avvocato Gabriele Rondanina, è stato assolto mentre i suoi genitori hanno visto confermata la condanna ma con uno sconto di pena di 8 mesi per la prescrizione di alcuni reati. «Non ci sorprende l'assoluzione di Alessandro», spiega l'avvocato Girardi ricordando che il giocatore era stato condannato solo perchè accanto alla targhetta con i nomi dei genitori c'era anche quella di una società del figlio, «che lì non abita ormai da moltissimo tempo».
Secondo l'accusa la madre di Lucarelli, assegnataria dell'alloggio popolare, dal 2005 al 2007, dopo la separazione dal marito, avrebbe presentato alla Casalp (società che gestisce le case popolari a Livorno) dichiarazioni non vere sul numero dei componenti del nucleo familiare e sul reddito familiare. «In realtà Franca Bussotti - conclude il suo difensore - già nel 2006 aveva presentato domanda per comprare, con la prelazione per gli assegnatari, la casa e aveva avuto il riconoscimento del diritto dalla Casalp. Poi la pratica si perse nel nulla e nel 2010 arrivò l'inchiesta». Una circostanza che, probabilmente, i giudici della Cassazione dovranno verificare.
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