Terni la Fontana di piazza Tacito
sarà chiusa anche a Pasqua

Ennesimo stop, questa volta il nodo è la verniciatura che non è stata fatta

I lavori per sistemare la Fontana di piazza Tacito
di Aurora Provantini
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Martedì 12 Marzo 2024, 11:18

La fontana di piazza Tacito resterà spenta anche per Pasqua. I lavori di manutenzione per circa 75mila euro che il Comune di Terni ha affidato ad Asm, sono in corso. Quelli di verniciatura delle parti metalliche, invece, ancora da quantificare e affidare. Asm - lo ha messo per iscritto - non li eseguirà. Vicenda complessa quella dell'opera di Ridolfi e Fagiolo, che dal 1961 al 2011, dal giorno cioè della sua seconda inaugurazione a quel 15 dicembre del 2011 in cui si piegò il pennone, è stata oggetto di un solo intervento di restauro. Era sindaco Gian Franco Ciaurro quando (1995) si decise di mettere mano almeno al mosaico di Cagli.

Ci fu il contributo di Asm alla riqualificazione degli impianti idraulici sottostanti e ci fu la partecipazione economica della Fondazione Carit. Pochi mesi dopo (il primo marzo 1995) la cerimonia di riconsegna del monumento di Ridolfi alla città. Poi, il 15 dicembre del 2011, il monumento simbolo della città dinamica si piega su sé stesso. Cede durante le operazioni di montaggio delle luminarie natalizie. Non ci volle molto per mettere in sicurezza e la piazza, ma per decidere come intervenire sì. Il nuovo ago arrivò nel 2013, in agosto. 24 metri di altezza e una doppia struttura: un sostegno interno in acciaio S355 dello spessore di 12 millimetri e un rivestimento esterno in acciaio Inox Aisi 321 dello spessore di 3 millimetri.
«Tozzo e troppo distante da quello progettato da Ridolfi» - le critiche degli addetti ai lavori. Ma almeno il "calamaio" ha riavuto il suo pennone. Non finisce qui. La fontana ha bisogno di un nuovo intervento e sono sempre i mosaici a mostrare segni di invecchiamento. Inizia così quel capitolo che ancora deve essere chiuso. Perché appena tre mesi dopo l'inaugurazione del lungo restauro (29 dicembre 2021) la fontana viene spenta per il collaudo e poi di nuovo a maggio 2022 per «manutenzione». Sulla gestione dell'opera monumentale sono fioccate quattro interrogazioni e una segnalazione alla Soprintendenza. Le preoccupazioni maggiori per il mosaico, una riproduzione di quello di Cagli che la Soprintendenza ha chiesto che fosse distaccato ed esposto in un museo, ma costato alla Fondazione Carit circa 800mila euro.
Con l'amministrazione Bandecchi, l'orientamento cambia varie volte. L'8 giugno 2023 il vice sindaco dichiara: «Assumeremo ogni iniziativa per individuare le responsabilità della situazione in cui versa la fontana di Piazza Tacito. È inaudito che un simbolo della nostra città dopo meno di un anno e mezzo dall'ultimazione dei lavori versi in questa situazione». Promette di portare il caso in tribunale e poi decide di risolvere le cose "in house": «Verrà verniciata sul posto», perché le parti metalliche si "spellano". «Mario Ridolfi avrebbe detto: non è una novità che i rubinetti dell'acqua sono in acciaio inossidabile». Luciano Marchetti, l'architetto ternano che ha collaborato con Ridolfi, Frankl e Malagricci, vuole intendere che il castello sarebbe bene non verniciarlo né zincarlo. «La cascata d'acqua poteva essere progettata su una struttura d'acciaio, che avrebbe tra l'altro esaltato il riflesso luminoso dell'acqua». Per Marchetti è mancato l'approccio "ridolfiano" sullo studio dei materiali. «E i materiali eterni, per le fontane sottolinea Marchetti sono il travertino, la ghisa e l'acciaio. Nella città dell'acciaio la scelta poteva essere un'altra».
 

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