Arrivederci a Tokyo 2020, saudade nella notte di Rio, Lupo portabandiera

Arrivederci a Tokyo 2020, saudade nella notte di Rio, Lupo portabandiera
di Alfredo Spalla
2 Minuti di Lettura
Lunedì 22 Agosto 2016, 11:04 - Ultimo aggiornamento: 11:06

RIO DE JANEIRO Malinconia e allegria nella stessa cerimonia. Non avrebbe potuto essere altrimenti per la festa di chiusura delle Olimpiadi di Rio de Janeiro. Il Brasile, tramite il suo spirito carnavalesco, è riuscito a esprimere al meglio due sentimenti contrastanti. Da una parte l'allegria per la celebrazione delle Olimpiadi e la voglia di far festa fino all'ultimo, dall'altra la malinconia, tutta verde-oro, per gli eventi che finiscono e riportano con sé un alone di normalità. Il Mondo conosce bene questo sentimento: è la saudade brasiliana. Una parola intraducibile, ma che si avvicina a una specie di nostalgia positiva. La cerimonia ha rappresentato i Giochi come una grande festa; come se tutto fosse stato un enorme carnevale. Tutto era iniziato come se fosse il giorno di Zé Pereira, quando si apre ufficialmente la festa, e tutto è finito come la quarta-feira de cinzas, il giorno in cui il carnevale brasiliano lascia spazio al ritorno del quotidiano. Due assenze, però, si sono notate più delle presenze: quella di Michel Temer, il presidente ad interim della Repubblica, e quella dell'idolo Pelé. Il primo è probabilmente stato frenato dal timore dei fischi, pur avendo promesso che ci sarà per l'apertura delle Paralimpiadi, mentre il secondo è stato condizionato da problemi di salute. L'Italia, che ha concluso Rio 2016 con 28 medaglie (8 ori, 12 argenti e 8 bronzi), ha sfilato con Daniele Lupo come portabandiera. Il romano è stato argento nel beach volley in coppia con Paolo Nicolai. Poi la responsabilità olimpica è passata nelle mani di Tokyo, che fra quattro anni ospiterà la sua seconda Olimpiade.