Quella di Ancelotti sarà la testimonianza di chi crede che l'educazione ai valori dello sport possa portare al rispetto dell'avversario e alla mediazione dei conflitti verso un cammino di pace. E Ancelotti che ha guidato prevalentemente squadre con giocatori di provenienza internazionale ben conosce come trasformare queste differenze in un valore in più, essendo l'unico allenatore che è riuscito a conquistare i titoli di massima divisione in quattro diverse nazioni (oltre a tre Champions League). «Il calcio - spiega Ancelotti, a pochi giorni dal viaggio in Terra santa sotto gli auspici del Consolato Generale d'Italia a Gerusalemme - può essere una grande occasione di crescita personale poiché ci si deve mettere al servizio di una squadra. In questo modo le diversità di idee, di opinioni, di credo o di cultura, devono confrontarsi con il rispetto reciproco, con la fiducia nel voler raggiungere insieme un obiettivo. E la vittoria per i bambini di Gerusalemme sarà poter crescere in una città in pace. Perciò sarò felice di essere con loro a portare i valori dello sport con un messaggio di speranza».
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