Iniziare con il 4-3-1-2 non ha forse aiutato un gruppo non solido come questo. E adesso, dopo il ko nel Berlusconi contro l'Inter, è davvero tutto più difficile. Lo stesso Mihajlovic non sembra più l'uomo pronto a sconvolgere il mondo con il suo carattere da leader. Anzi, le sue dichiarazioni suonano come una resa. È un uomo solo che nessuno sta accompagnando al patibolo. Il giudizio universale rischia di piovergli addosso già domenica pomeriggio contro il Sassuolo.
Se il Milan dovesse perdere, per i rossoneri sarà un lunedì infuocato.
I pensieri di Silvio Berlusconi sono nebulosi: fosse per lui avrebbe già cambiato. Ma pagare quattro allenatori (Seedorf, Inzaghi, Mihajlovic e uno nuovo) non è da politica milanista. Ma ormai i tempi sono cambiati e anche chi ha dominato il mondo e diffuso in Italia un nuovo modo di fare e vivere il calcio, può ritrovarsi davanti alle scelte più difficili. Sassuolo e Chievo serviranno al Milan per salvare Mihajlovic. Ma c'è da chiedersi chi salverà il Milan dopo quelle due partite? All'orizzonte non si intravede nessuno. Di liberi ce ne sono tanti: Donadoni, Prandelli, Montella e Spalletti. Se si dovesse arrivare a scegliere uno di questi profili, non si potrà più fallire.