Il Chelsea travolge il Manchester United
L'era Ferguson è solo un ricordo

Il Chelsea travolge il Manchester United L'era Ferguson è solo un ricordo
di Benedetto Saccà
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Domenica 19 Gennaio 2014, 20:02 - Ultimo aggiornamento: 20:33
Il Manchester Utd non esiste pi. O, meglio, il Manchester Utd di Ferguson, delle meraviglie, dei trionfi completamente sparito dai radar del calcio europeo. Chissà dove sia finito: d’altronde se lo domandano pure i vertici del club, i tifosi, certo Ferguson, forse perfino l’allenatore Moyes. Ecco, Moyes. Il cerchio dei problemi ha l’origine e la fine proprio nel tecnico scozzese, approdato allo United durante la scorsa primavera per sostituire una leggenda vivente come Sir Alex Ferguson. Un compito impossibile, d’accordo, eppure la dirigenza dei Red Devils credeva tanto nel manager di Glasgow da offrire un contratto di sei anni. Una mezza follia, si obietterà. No, una follia intera, si potrebbe dire oggi, specie alla luce delle recenti (non) prestazioni.



Il Manchester Utd ha appena perso (1-3) contro il Chelsea di Mourinho allo Stamford Bridge, e ha incassato la quarta sconfitta in cinque sfide, niente meno che la nona stagionale. Un crollo, un tracollo completo. Hernández ha evitato l’umiliazione, ma Vidic si è lasciato espellere per aver commesso un fallo di frustrazione, un indicatore incontrovertibile. Il Blues, va detto, hanno vinto con merito, e legittimamente si sono confermati terzi, lontani ora solo due punti rispetto all’Arsenal, capolista. Eto’o, peraltro, ha scelto la serata ideale per tornare alla luce della ribalta: del resto ha giustiziato i campioni d’Inghilterra firmando una tripletta, un gesto che non compiva da oltre cinque anni, dai tempi del Barcellona addirittura, dall’8 novembre del 2008, Barça-Valladolid 6-0 per la precisione, anche se allora calò un poker.



Quanto alla crisi nera dello United, le ragioni della disfatta sono molte, i responsabili altrettanti, i modi per affiorare di nuovo sulla superficie davvero esigui. Moyes balla certo sulla graticola: rischia seriamente l’esonero, considerando fra l’altro l’eliminazione già patita nella Fa Cup. Il confronto di Champions League con l’Olympiacos, per la verità, rimane adesso l’ultima, l’unica speranza di un club ormai costretto a progettare la stagione successiva già a gennaio. Questa, si capisce, è stata ampiamente gettata alle ortiche. La formazione è settima nella Premier con 37 punti conquistati nell’arco di 22 turni: ha realizzato 36 gol e ne ha subìti 27. Troppi, è chiaro.



La squadra evidentemente non ha ancora digerito l’addio di Ferguson e l’arrivo di Moyes. I metodi di lavoro sono cambiati, l’intelaiatura tattica di riflesso: e tutto il pianeta dei Red Devils sembra risentirne sotto ogni profilo. Mutamenti, avvicendamenti, rivoluzioni più o meno sottaciute, infortuni, impreparazione. Un mescolo di cause che, si diceva, ha prodotto un disastro sportivo. La manovra sul campo, poi, non suscita un palpito, un’emozione: piuttosto inquieta anche il meno esperto dei supporter. Rooney e van Persie sono impalpabili, Fellaini è irriconoscibile, Young pare volatilizzato. La stampa britannica ha preso ad attaccare Moyes senza posa, i tifosi fischiano, contestano, non credono ai propri occhi piangenti: vedono i campioni della Premier, un tempo accreditati di capolavori, ridotti ora al silenzio sul piano della classifica. Umiliante, desolante. Delittuoso davvero.
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