Lewandowski il magic moment è senza fine

Lewandowski il magic moment è senza fine
di Matteo Sorio
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Martedì 13 Ottobre 2015, 03:44 - Ultimo aggiornamento: 11:03
E poi qualcuno, l'altra sera, a Varsavia, preoccupato dal tabellino finale, deve essersi avvicinato a The Body per appurare che fosse tutto vero: «Quante reti, ragazzo? Una sola? E basta? Ma ti senti bene?». Robert Lewandowski, anni 27, noto nello spogliatoio del Bayern Monaco come The Body per il fisico bestiale che sa di specie protetta, è arrivato a quel punto lì: se si accontenta di un gol vuol dire che c'è qualcosa che non quadra, forse sta male, chiamate l'ambulanza. Della serie: segno ergo sum. Il 15esimo sigillo in 19 giorni e 6 partite - quello che ha appena regalato alla Polonia il ticket per l'Europeo - è il definitivo lasciapassare all'ultima tentazione di Lewa: non fermarsi più, esultare a ogni allacciata di scarpino, trafiggere qualsiasi portiere gli si pari davanti, consegnare il gesto definitivo del calcio all'immortalità. Come s'illuse di poter fare quell'altro volpone di Batistuta nel '94, quando ogni allenatore del Fantacalcio trovò il Messia cui affidare le sorti della propria domenica.

DON'T STOP ME NOW
Lewandowski non ha altro dio al di fuori del gol. Non conosce giurisdizione se non quella degli ultimi 16 metri, dove la legge è lui e se pensate a quel vecchio film di Sylvester Stallone siete sulla buona strada. Parliamo di uno che prima del 22 settembre scorso era un grande dell'area di rigore: oggi emana profumo di santità. È una trance agonistica battezzata coi 5 gol in 9' al Wolfsburg e proseguita con la doppietta al Mainz (in 12'), la tripletta in Champions alla Dinamo Zagabria, il bis al Dortmund, quello con la Scozia e il sassolino di Varsavia (capocannoniere delle qualificazioni a Euro 2016 con 13 acuti). È un magic moment di cui non vedi la fine. È un film che quasi ti metti a sbadigliare. "Amore, queste partite cominciano a stufare". L'amore di Lewa è Anna Stachurska, campionessa di karate che a un certo punto l'ha messa sul ridere, punzecchiando i fan con un segreto che segreto non è: «Che nessuno mi chieda cosa gli preparo a colazione», tanto l'ha detto lui, «cibi biologici», e tanto, comunque, il segreto non è mica lì.

SUL TETTO DEL CALCIO
Il segreto di Lewandowski è un dna da maglia numero 9 e una famiglia che sembra un reality: padre campione polacco di judo, mamma pallavolista di A, sorella nazionale Under 21 sempre nel volley. La biglia al posto del biberon.

LA MATRIOSKA DEL GOL
Difatti: Lewa segna in tutti i modi, è una matrioska del gol, se lo apri ci trovi colpi di tacco, missili da fuori, pallonetti, stop e tiro, incornate, fughe in contropiede. Il calcio si domanda: è il più forte al mondo? Il primo a darsi una risposta fu Franciszek Smuda, ex ct della Polonia. Allenava il Lech Poznan, era il 2008. Alcuni osservatori l'accompagnarono a vedere lo Znic Pruszkow, cadetteria polacca. Tempo un quarto d'ora e gli batteva forte il cuore: «Vi sono debitore. Questo ragazzino è come un pozzo di petrolio». Il ragazzino fu comprato per 350mila euro, quindi ceduto al Borussia Dortmund per 4,5 milioni (2010-2014), è stato il gran colpo a parametro zero del Bayern e oggi ne vale almeno 50. Piazze italiane sfiorate: Genoa (ancora si mordono le mani), Napoli, Roma. Il totem polacco Zibì Boniek ha detto di lui: «È il nuovo Bello di Notte». Gli ha ceduto il soprannome, è come se gli avesse ceduto lo scettro. E la notte di Lewa non è mai stata così luminosa.