DON'T STOP ME NOW
Lewandowski non ha altro dio al di fuori del gol. Non conosce giurisdizione se non quella degli ultimi 16 metri, dove la legge è lui e se pensate a quel vecchio film di Sylvester Stallone siete sulla buona strada. Parliamo di uno che prima del 22 settembre scorso era un grande dell'area di rigore: oggi emana profumo di santità. È una trance agonistica battezzata coi 5 gol in 9' al Wolfsburg e proseguita con la doppietta al Mainz (in 12'), la tripletta in Champions alla Dinamo Zagabria, il bis al Dortmund, quello con la Scozia e il sassolino di Varsavia (capocannoniere delle qualificazioni a Euro 2016 con 13 acuti). È un magic moment di cui non vedi la fine. È un film che quasi ti metti a sbadigliare. "Amore, queste partite cominciano a stufare". L'amore di Lewa è Anna Stachurska, campionessa di karate che a un certo punto l'ha messa sul ridere, punzecchiando i fan con un segreto che segreto non è: «Che nessuno mi chieda cosa gli preparo a colazione», tanto l'ha detto lui, «cibi biologici», e tanto, comunque, il segreto non è mica lì.
SUL TETTO DEL CALCIO
Il segreto di Lewandowski è un dna da maglia numero 9 e una famiglia che sembra un reality: padre campione polacco di judo, mamma pallavolista di A, sorella nazionale Under 21 sempre nel volley. La biglia al posto del biberon.
LA MATRIOSKA DEL GOL
Difatti: Lewa segna in tutti i modi, è una matrioska del gol, se lo apri ci trovi colpi di tacco, missili da fuori, pallonetti, stop e tiro, incornate, fughe in contropiede. Il calcio si domanda: è il più forte al mondo? Il primo a darsi una risposta fu Franciszek Smuda, ex ct della Polonia. Allenava il Lech Poznan, era il 2008. Alcuni osservatori l'accompagnarono a vedere lo Znic Pruszkow, cadetteria polacca. Tempo un quarto d'ora e gli batteva forte il cuore: «Vi sono debitore. Questo ragazzino è come un pozzo di petrolio». Il ragazzino fu comprato per 350mila euro, quindi ceduto al Borussia Dortmund per 4,5 milioni (2010-2014), è stato il gran colpo a parametro zero del Bayern e oggi ne vale almeno 50. Piazze italiane sfiorate: Genoa (ancora si mordono le mani), Napoli, Roma. Il totem polacco Zibì Boniek ha detto di lui: «È il nuovo Bello di Notte». Gli ha ceduto il soprannome, è come se gli avesse ceduto lo scettro. E la notte di Lewa non è mai stata così luminosa.