L'università Roma Tre guarda al futuro: corsi di laurea in inglese, intelligenza artificiale e laboratori di nanotecnologie

Il rettore dell'università Roma Tre Massimiliano Fiorucci
di Mario Baroni
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Martedì 27 Febbraio 2024, 14:38

L’internazionalizzazione è una delle chiavi di volta per il futuro della più giovane università pubblica della Capitale, Roma Tre. Forse non a caso per aprire il nuovo anno accademico è stato invitato il professor Romano Prodi per una lectio magistralis dal titolo “Crisi mondiale e crisi europea”. Il rettore Massimiliano Fiorucci lo ribadisce: «L’approccio internazionale dell’Ateneo è, deve essere, trasversale, e agire su tutte le funzioni: didattica, ricerca e terza missione». L’università Roma Tre si distingue nel panorama accademico italiano e internazionale per il suo impegno verso l’educazione globale e l’integrazione culturale, offrendo un’ampia gamma di corsi interamente in lingua inglese. Tra questi, spiccano tre Lauree Triennali in Biomedical Engineering, International Studies e Sustainable Coastal and Ocean Engineering, che rappresentano solo la punta dell’iceberg dell’offerta formativa internazionale dell’ateneo. In aggiunta, la proposta di otto Curricula di Laurea interamente in inglese, mentre tutti gli altri corsi di laurea offrono singole unità didattiche e classi in inglese e altre lingue straniere, testimoniando l’impegno dell’università nell’offrire un’istruzione accessibile e inclusiva.

INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Sul fronte della didattica Roma Tre è tra le università pionieristiche nell’adozione di tecnologie all’avanguardia: è iniziata, tra l’altro, la sperimentazione di sistemi di intelligenza artificiale per la traduzione simultanea delle lezioni curriculari in più lingue, promettendo di abbattere le barriere linguistiche e di rendere l’istruzione superiore più accessibile e inclusiva per studenti provenienti da tutto il mondo. Ma anche sul fronte scientifico Roma Tre punta molto sull’internazionalizzazione: è stata recentemente protagonista di alcune importanti scoperte sul piano scientifico, come quella sui nanoserbatoi a idruri metallici per lo stoccaggio efficiente dell’idrogeno: un tema che rappresenta «un crocevia cruciale per settori importanti della tecnologia e della società dei prossimi decenni, quali ad esempio l’automotive e la sensoristica intelligente», come recentemente sottolineato da Francesco Offi, fisico del Dipartimento di Scienze dell’Ateneo.

In questo caso, l’Università si era associata a un gruppo di ricerca internazionale composto, per l’Italia, dal Consiglio nazionale delle ricerche di Trieste (Cnr-Iom), e a cui hanno collaborato l’University College di Londra, l’Università di Bristol (Regno Unito), l’University of Technology di Delft (Olanda) e l’Università di Zurigo (Svizzera).

INTESE CON RABAT

Alle sfide chiave in ambito energetico per il futuro di tutti si unisce anche la recente acquisizione, da parte del Laboratorio Lime grazie ai fondi Pnrr, di un nuovo potente microscopio a fascio ionico per un valore di quasi 1,5 milioni di euro. Grazie al nuovo microscopio, potranno essere portate avanti ricerche innovative per le batterie del futuro e per la realizzazione di materiali in grado di auto-eliminare batteri e virus dalle superfici. A inizio febbraio Roma Tre ha dato vita a due accordi a Rabat, con l’Università Mohammed V e il Consiglio delle Comunità Marocchine all’Estero (CCME), alla presenza non solo dei vertici di questi enti, ma anche dell’ambasciatore italiano in Marocco. «Gli accordi di Rabat – commenta il direttore generale Alberto Attanasio – rappresentano senza dubbio un momento significativo per la nostra attività di ricerca e collaborazione con l’estero. Attività che vanno ben oltre il continente europeo». Gli accordi daranno vita a una cooperazione rafforzata e a una serie di scambi culturali che culmineranno anche nella creazione di un Istituto delle culture e delle lingue del Marocco. 

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